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Castellammare, il vescovo Alfano a sostegno dei lavoratori Cil celebra messa nello stabilimento

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Castellammare di Stabia. “Siamo qui insieme per questa fondamentale certezza. La presenza di Dio ci consente a lottare per un diritto sacrosanto che ognuno porta, un diritto inalienabile che nessuno ci può togliere. È il diritto alla vita, il diritto al lavoro, il diritto alla crescita umana e spirituale”. Sono le parole dell’Arcivescovo di Sorrento – Castellammare di Stabia, Francesco Alfano, pronunciate nel corso dell’omelia allo stabilimento CIL. L’arcivescovo ha accolto l’invito dei dipendenti ed agenti di commercio che sono senza lavoro a seguito della revoca della concessione per la distribuzione del latte da parte di Parmalat. I dipendenti che si sono ritrovati in poche ore senza lavoro hanno chiesto aiuto al Vescovo Alfano che ha celebrato una messa, alla presenza di oltre cento persone, nel capannone svuotato dall’azienda di Collecchio. “Perchè ci deve essere tolto il lavoro? Perché le nostre vite devono essere lanciate improvvisamente nell’incertezza? Perché tante persone devono brancolare nel buio senza una motivazione? Ci facciamo questa domanda e sappiamo che se l’è fatta Gesù prima di noi – tuona il Vescovo – La domanda Gesù se l’è fatta senza cadere nella disperazione, come voi. Noi siamo qui non per gettare la spugna. Le domande che a volte ci assillano devono stimolarci a guardare avanti tentando tutte le vie. A volte viene la tentazione di arrenderci perché quando il muro è alto ci sentiamo ancora più piccoli. Gesù è andato avanti. Noi siamo qui oggi per incontrare il Signore ed imparare da lui a non fermarci a non arrenderci a cercare la via giusta a continuare il cammino anche se la corsa è a ostacoli facendo sentire al nostra voce nelle forme dovute perché quello che cerchiano non è di sbagliato, cerchiamo il lavoro la dignità il futuro, la serenità la pace, lo sviluppo il progresso, la collaborazione con gli altri. Cerchiamo al giustizia per tutti. Siamo qui insieme per questa fondamentale certezza. La presenza di Dio ci consente a lottare per un diritto sacrosanto che ognuno porta, un diritto inalienabile che nessuno ci può togliere. È il diritto alla vita, il diritto al lavoro, il diritto alla crescita umana e spirituale”. Presenti alla celebrazione in segno di solidarietà anche gli agenti dei marchi concorrenti che hanno voluto esprimere la loro vicinanza e i dipendenti dell’ Eurodep di Pozzuoli che vivono la stessa condizione dopo la decisione assunta da Parmalat nei confronti di CIL. “Abbiamo contribuito a realizzare una grande realtà produttiva, una delle maggiori del territorio stabiese… e per 30 anni, la CIL ci ha consentito di guardare al nostro futuro senza timore, ha contribuito a formare e sostenere le nostre famiglie.. ci ha dato la possibilità di far studiare i nostri ragazzi, ci ha consentito di guardare negli occhi i nostri figli con orgoglio – è il pensiero dei dipendenti – Oggi tutte queste certezze non ci sono più. Sono state spazzate via da una decisione ingiusta, arbitraria.. una decisione cattiva. Con uno schiocco di dita, a migliaia di chilometri da qui, è stato decretato di seppellire il nostro presente, ed il nostro futuro. In pochi istanti la nostra vita è stata stravolta. Vedete, io non riesco a pensare a CIL come ad un’entità astratta.
Quando penso a questo stabilimento, non penso solo al mio lavoro, ma alla mia seconda famiglia. Un ambiente che mi ha sempre trasmesso sicurezza e contemporaneamente mi ha sempre stimolato a rendere il meglio di me. Sono l’ultimo arrivato, ma non ho avuto alcun tipo di problema ad ambientarmi in questa azienda, perché ho trovato una realtà saldamente fondata sugli stessi principi etici e morali che un buon padre di famiglia impartirebbe ai suoi figli, gli stessi principi e valori con cui io sono stato allevato: il valore del rispetto reciproco, del rispetto dei concorrenti e dei nostri clienti, l’educazione nei rapporti personali e commerciali, lealtà e fratellanza nei rapporti tra noi dipendenti, l’attaccamento, la dedizione e la riconoscenza all’azienda Parmalat, che abbiamo considerato sempre e comunque la nostra casa. Ed il nostro impegno è stato ripagato sempre da grandi soddisfazioni personali ed aziendali. Oggi il mio appello è rivolto proprio ai vertici di Parmalat e Lactalis. Venite qui. Venite a confrontarvi con noi, con i nostri clienti. Venite e valutate voi stessi la qualità e la quantità del nostro operato. Vi assicuro che non troverete una sola persona che dica una sola parola negativa nei nostri confronti, sul nostro modo di lavorare. Al contrario, vi imbatterete in persone con grande spirito di sacrificio che hanno passato la loro vita a lavorare fin dall’adolescenza. I nostri clienti vi parleranno di noi come persone di fiducia. Ringrazio, inoltre, per la vicinanza e la disponibilità anche il sindaco di Castellammare che nelle ore immediatamente successive alla revoca della concessione, ha raccolto lo sfogo di noi dipendenti ricevendo una piccola delegazione a Palazzo Farnese, rendendosi disponibile ad aiutarci a risolvere la questione. Grazie a tutto il mondo istituzionale, che ci sta mostrando la propria solidarietà. Tuttavia, sappiamo bene che questo probabilmente non basterà. Siamo consapevoli che il nostro destino, quello dei nostri figli e delle nostre famiglie è appeso ad un filo molto sottile. Cari amici, ci tengo a precisare che noi oggi non siamo qui per celebrare la fine della CIL. La presenza di sua eccellenza l’arcivescovo ci riempie di orgoglio e di speranza per affrontare il domani. Dio non abbandona i suoi figli e noi rivolgiamo a Lui le nostre preghiere. Noi non molleremo nemmeno un millimetro”. Per ora è ancora avvolto nell’incertezza il futuro dei dipendenti. La CIL appena ha appreso la decisione della Parmalat di revocare la concessione ha chiesto ai vertici di non abbandonare i dipendenti, in cambio ha offerto alla Parmalat l’utilizzo gratuito di mezzi e strutture di sua proprietà.


Articolo pubblicato il giorno 17 Febbraio 2020 - 18:02

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