Sono state ore di alta tensione queste ultime trascorse in alcune carceri campane. Lo dichiara Emilio Fattorello, segretario nazionale per la Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE: “Mentre il medico studia il malato muore” non c’è miglior adagio che dia la rappresentazione e la fotografia del sistema penitenziario a livello nazionale e nello specifico nella regione Campania. Difatti, a poche ore dalla emanazione delle linee programmatiche 2020 del Capo DAP per il futuro, il presente per le donne e gli uomini in divisa della Polizia Penitenziaria. è sempre più invivibile e drammatico. Questa mattina un detenuto albanese dopo la sentenza a 6 anni di reclusione inflitta dal Tribunale di Velletri per rapina ed altro, al momento del rientro presso la Casa Circondariale di S. Maria Capua Vetere, ha aggredito la scorta della Polizia Penitenziaria presso le camere di sicurezza e tenta la fuga. Viene raggiunto da colleghi mentre tenta di scavalcare la recinzione esterna del Palazzo di Giustizia, anche qui scoppia una violenta colluttazione. Il fuggitivo viene ritradotto all’Isituto di provenienza. Al termine dell’evento critico gestito in maniera encomiabile dagli uomini del Nucleo T. P. Sammaritano, cinque di essi venivano refertati dai Sanitari con 7 gg. di prognosi cadauno”.
Ma episodi critici sono avvenuti anche in altre due carceri regionali: “A Secondigliano il personale di Polizia Penitenziaria del settore colloqui, con alta capacità professionale, ha trovato ben quattro telefonini, abilmente occultati nelle suola delle scarpe calzate da un ragazzo sedicenne, figlio in un detenuto con il quale era in procinto di fare colloquio. Il ragazzo fermato era accompagnato dalla madre e il. padre detenuto appartenente all’Alta Sicurezza appartenente a Clan. Sventato, dunque, un traffico illecito tra l’esterno ed il carcere che avrebbe di sicuro favorito l’attività criminale della malavita organizzata”, prosegue Fattorello. “Sempre nella mattinata odierna la Polizia Penitenziaria della Casa Circondariale di Salerno ha provveduto a due ricoveri urgenti: uno riguardante una detenuta con problemi psichiatrici caduta per le scale della sezione e sottoposta in serata ad intervento chirurgico, l’altro il ricovero di un detenuto in gravi condizioni per problemi cardiaci e respiratori tutt’ora ricoverato. Ecco questa è una giornata “tipo” della Polizia Penitenziaria…”.
Il Segretario Generale del SAPPE Donato Capece ricorda che proprio ieri “il SAPPE ed altri Sindacati della Polizia Penitenziaria hanno dichiarato lo stato di agitazione e la sospensione delle relazioni sindacali. Riteniamo che la grave situazione in cui versano le carceri italiane imponga un’inversione di marcia da parte del vertice politico e amministrativo del Ministero della Giustizia e più in generale del governo. Il Ministero della Giustizia e il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria poco e nulla hanno fatto per porre soluzione alle troppe problematiche che caratterizzano la quotidianità professionale dei poliziotti penitenziari: ma non si può continuare a tergiversare! Non si perde altro prezioso tempo nel non mettere in atto immediate strategie di contrasto del disagio che vivono gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria è irresponsabile. E per questo scenderemo presto in piazza per denunciare lo stato di abbandono in cui ci troviamo! Rinnovo il mio appello al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede: se ci sei, batti un colpo!”.
Articolo pubblicato il giorno 21 Febbraio 2020 - 20:08