Aggressioni al “Ruggi”: il Prefetto di Salerno, Francesco Russo, ha presieduto stamane un incontro del Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica convocato per approfondire il tema degli atti di violenza a danno degli operatori sanitari, problematica diffusa su tutto il territorio nazionale e presente anche in provincia di Salerno.
La riunione, alla quale hanno partecipato i vertici provinciali delle Forze di Polizia, la Direzione Generale dell’ASL, il Commissario Straordinario dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “S. Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona”, i Presidenti dell’Ordine dei Medici e dell’Ordine degli Infermieri di Salerno e i rappresentanti delle Organizzazioni Sindacali di categoria, si inserisce all’interno di un percorso avviato nei mesi scorsi allo scopo di individuare delle linee di azione per prevenire e contrastare il fenomeno che, pur non caratterizzato da numeri allarmanti, ha fatto registrare alcuni episodi che hanno destato l’attenzione della categoria e dell’opinione pubblica.
Dai contributi delle sigle sindacali è emersa l’esigenza di una maggiore tutela per il personale sanitario, soprattutto per chi è maggiormente esposto a rischio, operando nei reparti di front office, come il pronto soccorso, nei dipartimenti di salute mentale per le peculiarità delle patologie trattate, all’interno delle carceri nonché nel servizio di continuità assistenziale (guardia medica).
Nel contempo, sono stati riconosciuti gli sforzi già compiuti dalla Direzione dell’ASL e dal “Ruggi” – interessato dall’ultimo degli episodi – per introdurre misure volte a garantire condizioni di lavoro più sicure per i dipendenti.
In particolare, è di prossima attivazione all’interno del Pronto Soccorso del “Ruggi” il cosiddetto “monitor accoglienza”, per consentire ai familiari dei pazienti di seguire il percorso dei congiunti “in tempo reale”, nell’ottica di favorire una maggiore comunicazione nel rapporto medico/paziente e famiglia.
Sono state avviate anche iniziative sul piano della formazione degli operatori, da programmare già durante il percorso di studi nelle università, allo scopo di migliorare l’approccio comportamentale nella gestione delle situazioni di intemperanza.
Numerose sono, inoltre, le procedure di selezione e reclutamento del personale – medici, infermieri, radiologi – per potenziare le dotazioni organiche, soprattutto in quei settori che operano a supporto del pronto soccorso, al fine di ridurre i tempi di attesa dei pazienti.
Proposto, inoltre, di regolamentare gli accessi all’interno dei presidi ospedalieri nelle ore notturne, per consentire un maggiore controllo sui flussi di persone nonché di monitorare gli accessi nei reparti “sensibili” durante l’orario di visita.
Per quanto concerne, invece, l’attività delle Forze di Polizia, sono stati già intensificati i “passaggi” delle pattuglie impegnate nel servizio di controllo del territorio; nel contempo, si sta verificando la possibilità di attivare il cosiddetto “punto a punto” per consentire la chiamata diretta e immediata dall’Ospedale alle sale operative delle Forze di Polizia e di potenziare i sistemi di videosorveglianza già presenti, in chiave deterrente.
Articolo pubblicato il giorno 8 Febbraio 2020 - 09:29