Salgono ad almeno 25 le vittime del coronavirus esploso in Cina e che sta creando un crescente allarme globale. Mentre secondo la Bbc le città cinesi su cui le autorità hanno disposto misure di isolamento o limitazioni ai trasporti sono diventate 8, assieme a Wuhan, epicentro del Virus. Limitazioni sono state decise anche a Pechino e Hong Kong, mentre casi di contagio sono stati riscontrati a in Usa, Giappone, Corea del Sud, Tailandia, Macao, Taiwan, Singapore e Vietnam. I primi accertamenti invece sembrerebbero escludere il temuto coronvuirus su una cantante ricoverata a Bari, recentemente rientrata da un tour in Cina. Oltre agli 835 casi di infettati ufficiali, secono i bilanci delle autorità cinesi, altri 1.072 sarebbero sotto accertamenti. Ma i potenziali contagi potrebbero essere diverse migliaia. Il ministero della Salute giapponese ha confermato il secondo caso di contagio nel Paese del coronavirus proveniente dalla Cina. Si tratta di un uomo di circa 40 anni di nazionalita’ cinese arrivato la scorsa domenica a Tokyo dalla citta’ di Wuhan, l’epicentro dove si e’ generato il Virus 2019-nCoV. L’uomo – che aveva visitato un centro ospedaliero in Cina in due occasioni per poi essere dimesso prima di partire per il Giappone, e’ stato trasferito dall’ospedale di Tokyo, a cui si era rivolto mercoledi’, all’Istituto nazionale delle malattie infettive. Il primo caso in Giappone risaliva al 15 gennaio, e riguardava un uomo di nazionalita’ cinese di circa 30 anni, in visita di recente alla citta’ di Wuhan. Le autorita’ del Vietnam hanno identificato i primi due casi di infezione causata dal nuovo coronavirus cinese. Si tratta di due cittadini cinesi, un padre e suo figlio, rispettivamente di 66 e 28 anni, ricoverati venerdi’ per una polmonite; i testi sono risultati positivi per il coronavirus. I due avevano viaggiato ad Hanoi da Wuhan, citta’ cinese dove si e’ propagato il primo focolaio di infezione. Il 17 gennaio scorso si erano imbarcati su un aereo da Hanoi a Nha Trang, nella provincia vietnamita di Khanh Hoa, e da li’ a Ho Chi Minh City; infine, il 20 gennaio avevano visitato la provincia di Long An: e’ dunque possibile che i due soggetti infetti abbiano fatto da veicolo per la propagazione del virus in diverse parti del Vietnam. Il ministero della Salute vietnamita ha riferito che i due pazienti non sono in pericolo di vita. Il primo ministro del Vietnam, Nguyen Xuan Phuc, ha sollecitato il ministero della Salute e le altre agenzie a irrigidire i controlli ai confini, e segnalare tempestivamente ogni caso sospetto alle infrastrutture mediche.
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