La violenza contro le donne, ancora oggi tra le più diffuse e persistenti violazioni dei diritti umani. Sarà il tema al centro del dibattito “Donne crocifisse. La vergogna della tratta raccontata dalla strada” in programma venerdì 24 gennaio, alle ore 11, a Bruxelles, presso la sede del Parlamento Europeo.
Al centro del dibattito, che si svolgerà alla presenza dell’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Isabella Adinolfi, lo sfruttamento della prostituzione. In sala vi sarà la testimonianza di una vittima della tratta delle donne, costretta dai suoi aguzzini a prostituirsi, che racconterà di persona la sua forte esperienza e il conseguente tentativo di rinascita. Seguirà, nel corso dell’incontro, l’intervento di don Aldo Buonaiuto, da anni impegnato nella lotta contro la prostituzione coatta con l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, ente internazionale di diritto pontificio fondato da don Oreste Benzi, e direttore del quotidiano digitale “In Terris”, con cui il “parroco anti tratta” ha vinto vari premi giornalistici per l’ impegno sociale. Il delicato tema sarà affrontato anche alla presenza del sottosegretario di Stato al ministero dell’Interno, Carlo Sibilia.
“Ogni 3 giorni, una donna è vittima di femminicidio – afferma l’On. Isabella Adinolfi – E’ evidente, sulla base dei dati EUROSTAT, che si tratti di un problema comune a quasi, se non tutti, gli Stati membri. Inoltre, sempre secondo le statistiche Eurostat, il 90% delle donne che si prostituiscono è vittima della tratta. Tutto ciò significa che il problema esiste e che non si può voltare la faccia dall’altra parte nei confronti di queste donne che, nella maggior parte dei casi, fuggono dalla guerra e dalla povertà al fine di cercare un futuro migliore per sé e per i propri figli, per poi ritrovarsi schiavizzate e costrette a prostituirsi”.
“L’impegno del Parlamento Europeo, non da oggi, – conclude l’europarlamentare Adinolfi – ha portato all’approvazione del primo strumento internazionale giuridicamente vincolante per proteggere le donne contro qualsiasi forma di abuso, la Convenzione di Istanbul, attraverso cui il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa ha definito la priorità di prevenire le violenze, sostenere le vittime e punire gli autori. Seppure già entrata in vigore, c’è da dire però che non è stata ancora ratificata da sette Stati (Bulgaria, Repubblica ceca, Ungheria, Lituania, Lettonia, Slovacchia, Lettonia e Regno Unito). L’ incontro con Don Aldo e con alcuni protagonisti e testimoni diretti di vicende incredibilmente violente sarà l’occasione per accendere ancora una volta i riflettori su questa piaga ed esortare, come più volte fatto dall’Europarlamento, anche questi Stati membri a ratificarla senza ulteriore indugio”.
Prenderà la parola il Sottosegretario Sibilia, secondo il quale “Parlare di migranti oggi vuol dire parlare di tratta degli schiavi 2.0, di mafia. I soggetti più vulnerabili sono certamente quelli più esposti. Ancora in troppi non sanno che la tratta delle donne è uno dei tanti business che alimentano enormemente gli introiti di organizzazioni criminali, al pari del gioco d’azzardo e del traffico di stupefacenti. Così come ancora esistono persone che, all’oscuro dei dati, credono che la prostituzione sia una scelta, un’opzione “professionale”: non è così. Nostro compito è anche quello di far arrivare queste informazioni al maggior numero possibile di persone, in maniera che ciascuno si senta coinvolto nella repressione di una tale violenta pratica criminale. Il coraggioso e crudo saggio “Donne Crocifisse” di Don Aldo Buonaiuto, è di grande aiuto sia per le vittime di tratta che intendono “salvarsi” rivolgendosi alle istituzioni, sia per noi, per le stesse istituzioni che sono impegnate a sconfiggere un tale vergognoso cancro che demolisce l’identità delle vittime e le rende schiave”.
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