Sabato 25 gennaio alle ore 17.00 , presso il salone del Circolo della Stampa di Avellino (Prefettura) sito in Corso Vittorio Emanuele al civico 6, si tiene il Seminario di Storia dell’Arte “Vincenzo Irolli il pittore della borghesia ” .
L’incontro artistico celebra il centosessantesimo anniversario della nascita del grande maestro italiano, che affascinò la colta borghesia italiana ed europea a cavallo fra l’Ottocento e il Novecento.
L’evento culturale è promosso dal Circolo culturale degli “ Amici del MdAO ”, con la collaborazione dell’ Associazione Culturale ACO e del MdAO – Art Museum .
Intervengono: professore Angelo Cutolo (cultore di storia locale), dottor Gaetano Arciuolo (conservatore di Beni Culturali), dottor Antonio Carpentieri (cultore di storia locale), dottor Luca Nacca (presidente gruppo FB Artisti Irpini), Sac. Don Gerardo Capaldo (Irpinia Insieme).
La relazione è tenuta dal professore Stefano Orga (critico d’arte) che tratterà il tema “La figura di Vincenzo Irolli”.
Il seminario è coordinato dalla dotttoressa Stefania Marotti (giornalista).
In occasione dell’evento culturale sarà presentato il celebre dipinto di Vincenzo Irolli (1860-1949) “ Bimba con tacchino ” del 1930, gentilmente concessoci per il seminario.
Vincenzo Irolli nacque a Napoli il 30 settembre 1860. Era il terzo figlio dell’ingegner Luigi (1818-1896), e di Clotilde Fedele . Sin dalla più tenera età mostrò una spiccata propensione per il disegno e per l’arte.A diciassette anni fu ammesso all’ Istituto di Belle Arti della sua città natale, ove fu allievo di Gioacchino Toma (1836-1891), di Federico Maldarelli (1826-1893) e di Stanislao Lista (1824-1908). Concluse gli studi artistici nel 1880.A diciannove anni esordì alla Quindicesima Esposizione della Promotrice di Belle Arti “Salvator Rosa” del 1879 con il dipinto La felice rimembranza , per il quale gli fu assegnato il primo premio.A livello nazionale ed internazionale cominciò ad esporre nel 1902 e da quel momento fu assiduo agli Indipendenti ed ai due Salons di Parigi, a Barcellona, a Londra, a Roma, a Venezia, a Napoli, a Torino, a Milano.Tra il 1889 e il 1890 partecipò alla decorazione della Birreria Gambrinus di Napoli.Dal 1892 fu professore onorario presso l’Istituto di Belle Arti della sua città natale. Carlo Siviero (1882-1953) lo nominò membro dell’ Accademia di Belle Arti “San Luca” di Roma.Partecipò alla tredicesima edizione della Mostra Biennale Internazionale di Belle Arti della città di Venezia del 1922 con varie opere.Nel 1929 i Padri Salesiani del Vomero incaricarono Vincenzo Irolli per la realizzazione di una grande pala dedicata al loro fondatore San Giovanni Bosco per il nuovo altare, donato da Federico Salvatore , alla Chiesa del Sacro Cuore in Via Scarlatti, che fu benedetto nel 1932 dall’Arcivescovo di Napoli S. E. Cardinal Alessio Ascalesi (1872-1952).Dal 1930 approfondì i temi religiosi, infatti, nel 1836 partecipò alla Mostra d’Arte Sacra di Napoli con numerose opere.Dal 1936 Irolli non partecipò più ad esposizioni e mostre, ritirandosi nella sua casa di Vico Cagnazzi sulle pedici di Capodimonte.Fu amico e frequentatore degli intellettuali napoletani Ferdinando Russo (1866-1927) e Salvatore di Giacomo (1860-1934).Il grande artista morì a Napoli, nella sua casa di Capodimonte all’età di ottantanove anni, il 27 novembre del 1949.
La pittura di Vincenzo Irolli era fatta di luci abbaglianti e di riflessi iridati che colpirono l’interesse della colta borghesia europea.La sua bravura gli procurò un notevole successo di pubblico in tutto il continente.Le tecniche preferite da Vincenzo Irolli erano l’olio quasi esclusivamente su tela, l’acquerello, la tempera e il carboncino, questi ultime su carta e cartoncino.Raffigurò paesaggi, marine, mercati, interni di casolari e di chiese, Madonne, Cristi, santi, un infinità di personaggi.
Articolo pubblicato il giorno 23 Gennaio 2020 - 16:03