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Sorrento: presentazione del libro ‘ ‘A Jonta’ di Adolfo Giuliano

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“‘A jonta” è il titolo del nuovo libro di Adolfo Giuliani, editore Tullio Pironti, che sarà presentato sabato 18 gennaio, alle ore 16:30, nella Sala consiliare del Municipio di Sorrento, piazza Sant’Antonio n.1.
Sono previsti gli interventi del Sindaco di Sorrento avv. Giuseppe Cuomo, dell’Assessore alla Cultura di Sorrento dott. Maria Teresa De Angelis, del Presidente dell’Ars Harmonia Mundi prof. Letizia Caiazzo, del Console onorario dell’Uzbekistan avv. Vittorio Giorgi, del Presidente dell’Associazione Culturale Itinerante dott. Gino Iorio, del Presidente della Fidapa Calazia prof. Raffaella Carli, del Critico d’Arte prof. Domenico Raio critico d’Arte, del Critico d’Arte ing. Carlo Roberto Sciascia; moderatrice sarà la giornalista prof. Adele Paturzo.
Alla manifestazione sarà presente l’autore del libro prof. Adolfo Giuliani, fondatore del Movimento di pensiero “Esasperatismo – Logos & Bidone”; inoltre, saranno altresì presenti l’attore e poeta Ciro Ridolfini e l’artista e poetessa Elena Tabarro, che leggeranno alcuni brani significativi del libro.
Quale cornice alla manifestazione sarà allestita ed inaugurata una mostra di Arte contemporanea dal titolo “Esasperatismo aperto” a cura di Carlo Roberto Sciascia; ad essa partecipano i seguenti artisti: Antonio Apicella, Letizia Caiazzo, Nunzio Capece, Giuseppe Caputo, Lucia D’Aleo, Rosanna Di Carlo, Antonio Di Costanzo, MRosaria Di Marco, Anna Di Maria, Leonilde Fappiano, Marco Aurelio Fratiello, Stefania Guiotto, Assunta Improta, Paolo Lizzi, Marinka, Claudio Morelli, Ivan Giuseppe Persico, Silia Pellegrino, Elena Tabarro
L’evento, curato da Carlo Roberto Sciascia, si avvale della collaborazione di Letizia Caiazzo e di Ottavia Patrizia Santo, che hanno curato anche la sua organizzazione.
“‘A jonta” è una parola napoletana del passato che era usata nei panifici quando il peso della “palata” non raggiungeva il peso giusto; allora il panettiere aggiungeva qualcosa che faceva piacere al bambino, inviato dalla madre a fare la “spesa”, quale premio per il suo silenzio. 
“Tutto un piccolo mondo antico – afferma la prof. Clementina Gily nella prefazione al libro – torna alla memoria con una parola che non si usa più, tranne che in qualche detto popolare. Ma il senso che essa restituisce è la gioia dell’infanzia, il sorriso per salutare la vita che torna, anche se velata dai troppi medici da consultare di continuo. Adolfo Giuliani non è giovanissimo, ma descrive la mesta emozione che tocca oggi a tutti o quasi, giovani e no, nell’era della prevenzione obbligatoria. L’altalena risana, ma pure immalinconisce. Perciò è giusto cercare di trovare equilibrio ricordando nella jonta il sorriso dell’infanzia”. E poi precisa: “Non stupisce questa reazione forte, di ‘carattere’, che così bene rappresenta la dote che meglio distingue Giuliani, un artista che ha l’arte delle relazioni di comunità; grazie ad essa è riuscito nell’impresa di tenere insieme tanti artisti di Napoli, d’Italia e di oltre Italia, in un colloquio segnato dalle Mostre Internazionali per ben vent’anni. Il sodalizio è raro nell’arte, dove le più grandi come le più piccole riunioni sono minate dal genio ribelle che caratterizza anche il più piccolo dilettante d’arte. L’antico scugnizzo delle quattro giornate di Napoli invece ha l’anima del vero figlio di questa città, votata alla stima delle donne ed alla volontà di conciliazione delle Madri; che a volte anche esagerano. Perciò da buon figlio ha rimproverato senza smettere di amare e tenere in culto: quando ha coniato il termine ‘esasperatismo’. Che vuol dire: adattarsi sì, ma con giudizio; rinascere sì, ma resistere anche. Il Bidone arrugginito nasce a nuova vita per la sua volontà di vita ostinata, ricca d’idee”.
Il simbolo Bidone, base su cui son state dipinte le prime opere,  trasferito nel testo nelle successive, ha imposto le sue misure, precisamente 55×85 cmq, per la grandezza della tela. In queste ultime mostre, offrendo la possibilità a tanti simpatizzanti del movimento di inserirsi gradualmente nella logica di questa ‘speranza ad un mondo migliore’, si è voluto concedere agli artisti di realizzare opere di qualsiasi misura, ma sempre con temi ‘esasperatisti’, in una mostra dal titolo significativo: “Esasperatismo aperto”. Quel che conta, quindi, è l’anima del quadro, il messaggio che sa trasmettere, coi colori e con lo stile preferito.


Articolo pubblicato il giorno 14 Gennaio 2020 - 17:45

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