La protagonista di questa curiosa vicenda è una signora romana di 50 anni, che ha simulato nascite e aborti. Tutto questo sembra quasi surreale perché tra l’altro la donna avrebbe dichiarato di avere 4 figli che però esistono solo all’anagrafe. Si tratta quindi di neonati presenti nei registri ma che in realtà non sono mai venuti alla luce.
Come riporta Il Messaggero, già dal 2000 la signora non lavorava più nell’ufficio dove era stata assunta. A quanto pare, sembra che sulle sue gravidanze ci fosse sempre il pericolo dell’aborto, una condizione che la costringeva a stare a riposo fin dai primi mesi. La donna era quindi obbligata a stare a casa ma in realtà l’unico impegno che rispettava era quello di riscuotere l’assegno mensile di maternità. Come detto, per moltissimi anni ha imbrogliato tutti ma poco tempo fa è stata scoperta dai carabinieri tutela del lavoro, che hanno smascherato la truffa. Ha intascato dall’Istituto di previdenza sociale una cifra di oltre 100 mila euro e non ha lavorato per 20 anni.
Quest’ultima è stata pianificata nei minimi particolari dalla signora. Stando alle indagini sembra che la cinquantenne sia stata l’unica ad aver ideato ed eseguito questo bluff. E così gli investigatori l’hanno identificata attraverso un lavoro di pedinamento. Le forze dell’ordine dovranno anche scoprire se ci sono state responsabilità da parte della burocrazia, ma quello che è certo è che la signora ha intascato una cifra ingente e si è potuta dedicare ad altre cose.
Inoltre, la donna è stata incastrata da numerose foto che la ritraggono al supermercato senza la pancia, quando invece avrebbe dovuto trovarsi nella sua abitazione a riposare. Un’altra questione è quella riguardante i figli, che lei avrebbe fatto nascere. Si tratterebbe di 4 femmine di cui però non si hanno riscontri, se non quello dell’anagrafe dove sono stati registrati con un falso nome e cognome. Ora gli investigatori dovranno scoprire se dietro tutto questo c’è stato l’intervento di un complice.
I carabinieri stanno dunque procedendo per accertare il reato di truffa. In caso di condanna, la donna rischia di andare nel carcere romano di Regina Coeli.
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