“Saremo presenti e agguerriti dove si voterà, soprattutto se lo stile a cui ci avete abituato in Emilia Romagna e Calabria verrà ripresentato in Puglia, Campania, Marche, Toscana, Liguria, Valle d’Aosta”. Le Sardine non smobilitano dopo la vittoria di Stefano Bonaccini, alla quale hanno contribuito, e promettono battaglia al centrodestra guidato da Matteo Salvini anche nelle prossime regioni alle urne. “Non andremo in tv e sui giornali”, scrivevano ieri sera, dando appuntamento a Scampia a metà marzo per l’incontro nazionale; oggi con un post Fb i quattro fondatori, tra cui il leader Mattia Santori, rilanciano la sfida. E’ la fase 2, “in cui si lavorerà per creare una struttura capillare, coordinata e coesa verso una direzione chiara e condivisa”. Piu’ di un movimento, meno di un partito. “Nati ‘contro’, ora possiamo essere ‘meglio’, è l’aspirazione. Per tenere insieme le diverse anime e sopravvivere al successo. Nicola Zingaretti torna a elogiarle. “Una sana scossa democratica che ha convinto tanti a uscire di casa e andare a votare”, cosi’ definisce le Sardine il segretario Pd. Il partito e il movimento, seppure rispettosamente separati finora, potrebbero riprovare a colpire uniti contro il sovranismo che i sondaggi danno maggioranza nel Paese. “Abbiamo fatto campagna contro due Pd”, lamenta Giorgia Meloni. “Spero che le Sardine possano avere un ruolo importante per la vittoria anche in Toscana”, auspica invece il candidato dem a presidente Eugenio Giani. Il governatore uscente delle Marche Luca Ceriscioli evoca “una grande mobilitazione” contro la destra, Sardine comprese. “Adesso tocca a noi”, scrivono i quattro di Bologna, “inizia la fase più dura, non ci montiamo la testa”. Il 14 e 15 marzo saranno a Scampia, periferia simbolo del capoluogo di una regione che andra’ al voto nel 2020. In Campania alcuni sognano una complicata unita’ per un candidato Pd-M5S (egemonizzato dalla sinistra di Roberto Fico e Dema del sindaco Luigi De Magistris). Zingaretti parla di “una nuova generazione italiana che ci ha sorpreso”, contando che le Sardine riportino una fetta di ventenni e trentenni a votare Pd o comunque centrosinistra dopo anni. Analisi più approfondite diranno se la riconquista di elettori dem che erano passati al M5S e di astenuti – fattore chiave della vittoria di Bonaccini per l’Istituto Cattaneo – ha avuto un vettore nel movimento nato appena a novembre.
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