Con la pubblicazione del decreto attuativo pubblicato l’8 gennaio 2020 sulla Gazzetta Ufficiale, frutto di un accordo tra Ministero del Lavoro e Comuni, ha preso il via ufficialmente la terza fase del reddito di cittadinanza. Fase in cui entrano in gioco i comuni di residenza dei percettori del sussidio.
“Il percettore del reddito di cittadinanza è ora obbligato a prendere parte ai progetti di pubblica utilità promossi dal comune di residenza. La mancata accettazione della condizione stabilita dal decreto da parte di uno dei componenti del nucleo familiare determina la decadenza del
reddito” dichiara la Senatrice Luisa Angrisani.
“I progetti utili per la collettività vengono svolti in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni. I Puc non rappresentano un rapporto di lavoro e pertanto i lavori di pubblica utilità non sono da considerarsi prestazioni di lavoro autonomo, subordinato o parasubordinato” chiarisce la Senatrice
Angrisani.
“Le attività di pubblica utilità- precisa la Portavoce del Movimento- non devono superare le 8 ore settimanali, che possono essere espletate in
un solo o più giorni della settimana.
Il beneficiario- continua la Senatrice Angrisani- ha l’obbligo di
completare le ore previste nel mese; in caso di flessibilità, le ore saranno recuperate successivamente.
Nel caso di ampliamento delle ore, fino ad un massimo di 16 settimanali, la flessibilità prevista per le 8 ore non è contemplata e i beneficiari devono svolgere settimanalmente le ore concordate. Mi auguro che al più presto i comuni si attivino per questi progetti e ad iscriversi alla
piattaforma del Ministero” conclude la Senatrice Luisa Angrisani esortando gli enti locali ad adottare tutte le procedure.
Articolo pubblicato il giorno 14 Gennaio 2020 - 16:04