“L’abolizione della prescrizione, dopo la sentenza di primo grado, è presentata dallo stesso ministro della Giustizia Bonafede in questo modo: ‘è una riforma epocale’; ma quando viene attaccato replica che ‘riguarda solo il tre per cento dei processi’. Le due affermazioni sono evidentemente contraddittorie ma questo è il livello di confusione su un tema tanto delicato per i cittadini. Per certi esponenti grillini il merito conta poco e l’unico pensiero dominante è la ricerca del consenso che, peraltro stanno abbondantemente perdendo. Mi auguro che il dibattito in Parlamento possa correggere questa riforma sbagliata per garantire che i processi abbiano tempi certi”. Lo scrive su Facebook il presidente della Toscana Enrico Rossi. Il governatore, nel suo post, riporta poi l’articolo 111 della Costituzione: “La giurisdizione si attua mediante il giusto processo regolato dalla legge. Ogni processo si svolge nel contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, davanti a giudice terzo e imparziale. La legge ne assicura la ragionevole durata”. E aggiunge: “Io non sono esperto di questi temi ma mi convince chi dice: il processo non può durare in eterno perché così si ledono i diritti dei cittadini; occorre rinforzare gli organici dei tribunali per ridurre i tempi dei processi; occorre avere il coraggio di depenalizzare grande parte delle violazioni minori delle leggi che ingolfano senza ragione i tribunali e riservare, invece, la giustizia penale ai casi veramente gravi di lesione della vita della comunità dei cittadini”.”Purtroppo – prosegue Rossi -, al legislatore, sempre per ragioni di consenso, piace stabilire pene severe per ogni violazione di legge e piace inasprirle ogni volta che un episodio di cronaca suscita un’ondata emotiva nel Paese. Questo giustizialismo, dobbiamo riconoscerlo amaramente, non nasce oggi è non è imputabile al solo M5stelle. La politica deve discutere con serietà di tutto questo”.
Articolo pubblicato il giorno 16 Gennaio 2020 - 10:25