Sono ufficialmente iniziati i saldi invernali 2020, i primi ad inaugurare la stagione degli sconti sono i negozi di Basilicata, Valle D’Aosta e Sicilia, seguiranno le altre Regioni.
“Il momento fortemente atteso dai consumatori cela però diversi inganni” dichiara Fabrizio Premuti, Presidente Nazionale Konsumer Italia, che precisa “spesso purtroppo le promozioni si rivelano poco vantaggiose o addirittura delle vere e proprie truffe commerciali. Nel caso dei capi di abbigliamento per esempio, non di rado capita di trovarsi davanti ad avanzi di magazzino, e capi invenduti dell’anno precedente, dunque fuori moda o di bassa qualità. Sarebbe quindi conveniente che i consumatori controllassero i prezzi normali di vendita dei beni, qualche giorno prima dell’avvio dei saldi, per accertarsi che non siano stati gonfiati e che i capi posti in vendita siano quelli della stagione in corso.”
“Una particolare attenzione – conclude Premuti – deve essere posta per gli acquisti online, infatti si moltiplicano i casi di siti che apparentemente sembrano essere di brand noti per poi rivelarsi dei fake. Purtroppo, una volta caduti in queste trappole riottenere il denaro è quasi sempre impossibile. I consumatori internauti devono pertanto verificare sempre di essere sul sito originale del venditore, controllando dati come: i contatti, la presenza della partita IVA, l’iscrizione alla camera di commercio.”
Proprio per tutelare i consumatori italiani la Konsumer ha stilato un elenco di diciannove punti da seguire:
1. I capi che vengono proposti in saldo devono essere quelli della stagione in corso o di moda, nulla vieta di porre in vendita anche capi appartenenti non alla stagione in corso ma per questi non si può parlare di saldo, il deprezzamento perché fuori moda ne rappresenta l’effettivo valore.
2. La possibilità di cambiare il capo per un ripensamento dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante.
3. È anche rimesso alla discrezionalità del negoziante la possibilità di provare i capi: non vi è obbligo.
4. Se dopo l’acquisto il capo risultasse difettoso o non idoneo all’uso si può chiedere la risoluzione del contratto, anche per i capi in saldo vale la regola della garanzia per 24 mesi dall’acquisto; il negoziante deve restituire l’importo pagato, sostituirti il capo oppure ridurne il prezzo. È importante conservare lo scontrino. Una particolare attenzione deve essere riposta sugli scontrini in carta chimica che dopo poco tempo diventano illeggibili, meglio fare una fotocopia o avvalersi di un servizio alternativo come quello prestato da Garanteasy.
5. L’indicazione del prezzo è un obbligo del negoziante, il cartellino deve indicare il prezzo normale di vendita, la percentuale dello sconto e il prezzo finale.
6. Fare attenzione al momento del pagamento della merce, soprattutto con l’acquisto di più oggetti, controllare con attenzione il prezzo richiesto per ognuno dei capi od oggetti acquistati che sia esattamente come quello riportato in esposizione, se si nota un prezzo o uno sconto diverso da quello indicato, bisogna farlo notare al negoziante. In caso di problemi, chiedere l’intervento della polizia municipale.
7. Per i pagamenti, le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante senza alcun sovrapprezzo o limitazione per il Consumatore.
8. Attenzione all’uso delle carte di debito o revolving, pagare con queste carte può annullare la convenienza del saldo a causa degli alti interessi praticati che superano a volte anche il 25%.
9. Per gli acquisti on line, è fondamentale navigare con browser aggiornati e con antivirus attivo.
10. Verificare l’originalità del sito su cui si acquista, verificare sempre l’esistenza di un domicilio fisso, di un recapito telefonico, delle informazioni aziendali, poiché una volta pagato difficilmente si riavranno indietro i soldi.
11. Diffidare di siti che espongono molta o tutta la loro merce con sconti maggiori del 50%.
12. Valutate la qualità del sito: i contenuti devono essere scritti ed incasellati correttamente, con un layout curato e non approssimativo. Un errore grammaticale o di ortografica già è un ottimo campanello di allarme.
13. Controllare i collegamenti ai social. Provate a cliccare sulle icone di Facebook, Twitter, ecc., se il sito sembra “official” ma in realtà è un fake, è facile che non vi corrisponderà alcun profilo.
14. Verificare l’esistenza di una sezione con i contatti ed il numero di partita iva. L’esistenza effettiva dell’attività è riscontrabile sul sito istituzionale dell’Agenzia delle Entrate, all’indirizzo: https://telematici.agenziaentrate.gov.it/VerificaPIVA/Scegli.do?parameter=verificaPiva
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