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Omicidio Bocchetti, qualcuno ha ‘avvisato’ i killer: ipotesi epurazione interna

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 Stefano Bocchetti, 44 anni, il pregiudicato che è stato ucciso questa mattina alle 7, davanti a un circolo ricreativo e sala giochi a Miano, nell’area nord di Napoli, era ritenuto vicino al nuovo clan dei Balzano-Scarpellini-D’Errico, gruppo che domina nella parte bassa di Miano e che attualmente sarebbe in rotta con i Cifrone che stanziano nella parte alta del quartiere a ridosso della Masseria Cardone dei Licciardi. In particolare per gli investigatori, il pregiudicato è stato per anni vicino al clan Lo Russo detti i ‘capitoni’ che oramai non esistono più dopo il pentimento dei boss Mario, Carlo, Salvatore e Antonio Lo Russo. I sicari lo hanno aspettato e colpito proprio davanti al circolo ricreativo esplodendo numerosi colpi. Bocchetti aveva trascorso la notte giocando a carte. E quindi chi lo ha ucciso sapeva che sarebbe uscito poco dopo l’alba per tornare a casa e che sarebbe stato da solo. E’ molto probabile che qualcuno abbia portato ‘la battuta’ avvisando i killer dell’imminente uscita della vittimma. Dunque, per gli investigatori la sua morte potrebbe essere effetto di una epurazione interna, in quanto via Valente è la zona di riferimento proprio dei Balzano.


Articolo pubblicato il giorno 23 Gennaio 2020 - 21:59

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