Nella notte del debutto di Eriksen, l’Inter si ricorda di avere già in rosa un centrocampista talentuosissimo. C’è la firma di Nicolò Barella nel successo sulla Fiorentina che proietta i nerazzurri in semifinale di Coppa Italia contro il Napoli. Avanti sul finire di un primo tempo avaro di sussulti grazie a un regalo della difesa viola scartato da Candreva, nella ripresa la squadra di Conte viene raggiunta ancora una volta, come avvenuto nelle ultime uscite, e vede nuovamente le ‘streghe. Questa volta però ci pensa l’ex stellina del Cagliari a risolvere la situazione con una magistrale conclusione da fuori area, pescata proprio pochi secondi dopo l’ingresso in campo dell’ultimo arrivato. Che ha regalato qualche sprazzo di luce a una squadra che, anche contro i toscani, ha dimostrato di non attraversare un momento eccelso. Il primo tempoinfatti è una lunga sequela di errori e sbavature, di vorrei ma non riesco. Da un lato l’Inter, in campo con un inedito 3-4-1-2, non riesce a innescare la LuLa. Sanchez nel ruolo di trequartista non convince, stretto nella morsa della difesa viola. E a centrocampo la coppia Vecino-Barella non riesce quasi mai ad imbastire una trama avvolgente in grado di far salire la squadra. Non che i toscani facciano tanto meglio. Vlahovic e Chiesa duettano poco, gli errori di difesa e centrocampo in fase di impostazione si sprecano. E dire che i primi dieci minuti avevano fatto presagire una gara vibrante, grazie al botta e riposta iniziale firmato Lirola, diagonale rasoterra a lato di un nulla, e Sanchez, con un colpo di testa che Terracciano fa suo in presa bassa. Nel nulla cosmico della mezzora successiva l’Inter però riesce ad avere un sussulto subito prima dell’intervallo. Un errore di valutazione di Ceccherini consente a Lautaro di tener viva l’azione in area, l’attaccante argentino viene steso ma la sfera carambola dalle parti di Candreva che a porta sguarnita insacca.L’Inter si ritrova avanti quasi per caso, ma nella ripresa legittima il vantaggio acquisito. Cambiando immediatamente marcia grazie a una maggiore aggressività sulle seconde palle e in fase di non possesso. Come avvenuto nelle ultime uscite, il difetto di Handanovic e compagni resta comunque quello di non chiudere le partite (soprattutto quando Lukaku è in una evidente serata no) contro una Fiorentina spaesata. Lautaro ci prova due volte mancando di poco lo specchio della porta, Vecino di testa esalta i riflessi di Terracciano, ma anche Sanchez e Bastoni sfiorano il bersaglio. I padroni di casa sembrano in controllo ma al quarto d’ora arriva la doccia fredda: sugli sviluppi di un corner Caceres svetta sopra Lautaro e gela San Siro. L’Inter vede gli spettri degli ultimi pareggi e sbanda pericolosamente, ma Vlahovic imbeccato da Chiesa si divora il gol che avrebbe cambiato probabilmente la storia del match. Conte cerca una scossa che risvegli San Siro e la pesca dalla panchina, buttando subito nella mischia il nuovo acquisto Eriksen. E proprio pochi secondi dopo i padroni di casa si riportano avanti: il gioiello da fuori area però non porta la firma del danese bensì dell’italinissimo Barella, che sotto gli occhi del ct Roberto Mancini – presente in tribuna – pesca il jolly che restituisce ossigeno ai polmoni nerazzurri. La Fiorentina accusa il colpo, gli occhi sono tutti puntati su Eriksen si fa vedere per una conclusione e soprattutto per un assist magistrale convertito in rete da Lautaro. L’arbitro annulla per fuorigioco, ma questa volta l’Inter non si fa rimontare. E riparte con un ritrovato entusiasmo verso il campionato, con una semifinale di coppa in tasca tutta da vivere.
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