“Marco l’ho conosciuto poco prima che morisse, di certo non mi è sembrato una persona che si voleva uccidere. Marco è stato ucciso. Era perennemente alla ricerca della verità sui fatti di Madonna di Campiglio, ha sempre detto che non si era dopato. Qualcosa stava facendo per arrivare alla verità, questa è però una mia convinzione”. Lo ha detto in Commissione parlamentare antimafia Fabio Miradossa (che ha patteggiato una condanna per spaccio nella vicenda legata a Pantani) rispondendo al senatore Giovanni Endrizzi.”Sono convinto che Marco sia stato ucciso”, ha detto Miradossa il quale ha aggiunto di sapere che il grande ciclista era in possesso di 20 mila euro in contanti “che non sono mai stati trovati, lo so perché me li doveva portare. Poi ci sono dei prelievi fatti, io quei soldi però non li ho avuti e non sono stati trovati in camera. L’ho sempre detto al Pm, ‘cercate i soldi’, ma non sono mai stato creduto. Ho dovuto patteggiare, hanno creduto che i soldi li avessi presi io. Sono stato accusato di spaccio e omicidio colposo”. L’uomo ha spiegato che non era l’unico fornitore di Pantani, “credo di essere stato solo io per i 5-6 mesi che l’ho frequentato. Abbiamo fatto delle cene a casa mia, e Marco in quelle occasioni ha sempre negato di aver fatto uso di doping”. In audizione davanti alla commissione antimafia, Fabio Miradossa, il pusher di Marco Pantani, rievoca la tappa del Giro d’Italia quando nelle analisi del ‘Pirata’ furono rilevati livelli di ematocrito troppo alti. “Non mi ha mai manifestato sospetti su quanto accaduto a Madonna di Campiglio – aggiunge – ma poteva anche essere perché non si apriva, perché erano presenti altre persone”. Poi rispondendo ad alcune domande di Endrizzi, Miradossa ha detto: “Veneruso lo conosco da Napoli, Fabio Carlino l’ho conosciuto a Rimini e Cappelli era socio di Carlino. A Veneruso ho fatto fare la consegna quel giorno, la nostra era tra virgolette una collaborazione”, all’occasione si rivolgeva a lui ha in sostanza detto Miradossa. “Dalle foto e dai video che ho visto, Marco non ha consumato droga in quella camera, non ho visto tracce, Marco non sniffava”, ha aggiunto Miradossa. “Non ho idea” di chi poteva voler uccidere Pantani, ha detto ancora Miradossa. La seduta e’ stata parzialmente segretata.
Articolo pubblicato il giorno 7 Gennaio 2020 - 16:05