Debutta nella lirica il 23 gennaio Edoardo De Angelis, uno dei registi più interessanti del cinema italiano. Il capolavoro di Giacomo Puccini, apre con uno ‘tutto esaurito’ il 2020 operistico del Teatro di San Carlo. La nuova produzione, molto attesa, dal 22 gennaio, ha le scene firmate dall’artista Mimmo Palladino e una ambientazione senza tempo.
“Questa è una storia di tanti anni fa, di un luogo lontano e capitale come Roma. Questa storia accade oggi in un luogo che è terreno bagnato e bruciato, letto di fiume, ventre malato e medicamentoso” racconta De Angelis. Direttore Donato Renzetti, sul podio dell’Orchestra e del Coro del San Carlo, questa Tosca vanta un cast di altissimo rango con Carmen Giannattasio che si alterna con Monica Zanettin nei panni di Floria Tosca, Fabio Sartorie Arsen Soghomonyan saranno Mario Cavaradossi, Enkhbat Amartuvshine George Gagnidzei due Barone Scarpia, Renzo Ran sarà Cesare Angelotti, Matteo Peirone il Sagrestano, Francesco Pittari, Spoletta. I costumi sono di Massimo Cantini Parrini (tra i suoi ultimi lavori il Pinocchio di Garrone) e le luci Cesare Accetta. In scena anche il Coro di Voci Bianche del San Carlo diretto da Stefania Rinaldi. ”In questo luogo – scrive nelle sue note il regista campano (‘Indivisibili’, ‘Il vizio della speranza’) – c’è un uomo che per smania di potere distrugge tutto e tutti, compreso se stesso. A lui si contrappone un gigante creativo, la cui opera e’ cosi’ vera che riesce a nascere e vivere. Un uomo che crea, lotta contro un uomo che distrugge. Soprattutto, questa è la storia di una donna, Tosca, che ha ottenuto le sue conquiste con fatica ma è disposta a rinunciare a tutto per l’unica cosa che per lei è più importante di tutte. Una donna che genera: può anche morire ma non può perdere. Questa è una storia che si ripete. All’infinito. Un luogo cosi’ vero da essere tutti i luoghi. Un tempo così preciso da essere sempre. Siamo fatti in buona parte di acqua, il resto è melodramma. Tosca è storia di donne e di uomini, ma parla di Dio”. “In Tosca, rispetto a tante altre opere liriche – spiega l’artista Mimmo Paladino, che ha scelto per le sue scene molto grigio, il bianco e nero, e un cielo ‘di numeri’ per il finale, – c’è qualcosa in più che affascina, che mi ha colpito: una sorta di inganno continuo, nulla è come sembra. Tutto è altro. Ognuno dei protagonisti non conosce quella parte di verità che lo portera’ alla morte”.
Repliche dal 23 gennaio al 26 e il 28 e 29 gennaio.
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