Aveva solo dieci anni e da solo si era nascosto nel carrello di Boeing 777 su cui, da Abigian, sperava di arrivare in Europa. Era vestito con gli abiti leggeri ai quali era abituato in Costa d’Avorio. E all’alba, all’aeroporto parigino di Roissy Charles de Gaulle, è arrivato morto, dopo una notte in volo senza ossigeno e con 50 gradi sottozero. L’Air France si e’ limitata a dire: “Confermiamo la morte di un passeggero clandestino”, senza precisare la sua eta’. Del bambino non si sa nulla, neppure il nome. Ieri sera, il piccolo era riuscito a penetrare in una incredibile breccia nella sicurezza dell’aeroporto ivoriano e si era arrampicato sulle ruote del carrello, infilandosi nell’alloggiamento dove poi il carrello stesso viene ritirato dopo il decollo. Uno spazio strettissimo dove si rischia di finire stritolati, privo di ogni riscaldamento e di pressurizzazione. Li’, il bambino ha trascorso la notte, probabilmente senza riuscire a superare la prima ora, quelle in cui l’aereo la quota di crociera fra i 9.000 e i 10.000 metri. Il suo corpo e’ stato scoperto prima delle 7 di questa mattina, dopo l’atterraggio del Boeing. Air France ha parlato di “dramma umano”, la procura ha affidato alla Gendarmeria del Trasporti aerei l’inchiesta ma l’eta’ di circa 10 anni e’ stata appurata subito. Se i casi di passeggeri clandestini, soprattutto adolescenti, nascosti nel vano del carrello di atterraggio, sono stati numerosi, l’ultimo registrato in Francia risaliva all’aprile del 2013. Anche in quel caso si trattava di un ragazzino che aveva tentato il tutto per tutto per arrivare in Europa dal Camerun, il suo Paese. Fonti della sicurezza aerea ivoriana hanno fatto notare che “al di la’ del dramma umano, emerge una breccia enorme nella sicurezza dell’aeroporto Felix Houphouet-Boigny di Abidjan”. Dopo la terribile scoperta sono state immediate le reazioni di associazioni, ONG e collettivi di difesa degli immigrati. Dall’Italia, la Comunità di Sant’Egidio ha affermato che questo dramma “non può lasciarci indifferenti”. “Questa tragedia, simile a quella dei due adolescenti guineani, Yaguine e Fodè, morti nell’agosto del 1999 sull’aereo li portava in Belgio – ricorda la Comunità -, deve spingere l’Europa ad ascoltare il grido dell’Africa favorendo in modo concreto e urgente il suo sviluppo e i Paesi africani a preoccuparsi dei tantissimi loro giovani che chiedono scuola, lavoro, futuro”.
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