Questa mattina, militari appartenenti alla Stazione Carabinieri Forestale di Caserta hanno dato esecuzione al decreto di sequestro probatorio, emesso da questa Procura della Repubblica, relativo a due appezzamenti di terreni contigui, a destinazione agricola, aventi un’estensione complessiva di circa 10.000 mq, siti nel comune di San Prisco (CE), alla Via Santa Croce, in prossimità della Variante ANAS “Capua- Maddaloni” nei confronti dei seguenti proprietari:
1) A.I. da Casaluce (CE);
2) C.S. da Napoli.
Entrambi gli indagati, in concorso tra loro, sono stati ritenuti responsabili per il delitto di inquinamento ambientale di cui all’art. 452 bis c.p. e per il reato di gestione illecita di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, di cui all’art. 256 D.Lgs. 152/2006 “Testo Unico Ambientale”.
Le indagini iniziavano in data 14/09/2019 allorquando i militari della Stazione Carabinieri Forestale di Caserta procedevano a sottoporre a sequestro i rifiuti combusti durante un incendio che stava interessando la porzione perimetrale dell’area posta in sequestro in data odierna, incendio che destava forte preoccupazione nella popolazione locale per una grossa e densa colonna di fumo nero che si sprigionava dalle fiamme.
Le operazioni di spegnimento eseguite a cura del personale dei Vigili del Fuoco risultavano molto difficoltose per la presenza di focolai sotterranei dovuti alla possibile esistenza di rifiuti interrati.
Nel corso delle operazioni di spegnimento interveniva anche il Nucleo B.C.R. (Batteriologico, Chimico e Radiologico) dei Vigili del Fuoco, nonché i tecnici dell’A.R.P.A.C. Dipartimento di Caserta per monitorare la tossicità dei fumi prodotti dalla combustione tramite l’utilizzo di una pompa AIR Monitoring Systems – CUBE He-Iso.
Il personale dell’ARPAC dava seguito alla caratterizzazione dei rifiuti presenti nell’area interessata dall’incendio specificando che gli stessi risultavano abbandonati sul suolo sia in cumuli che alla rinfusa e che erano da classificarsi quali urbani, speciali pericolosi e non pericolosi, ed in parte combusti.
Essi, in particolare, erano costituiti da: materiali contenenti amianto; legno; tapparelle; tapparelle e bottiglie in plastica; plastica proveniente dallo smontaggio delle auto; urbani indifferenziati; abbigliamento; sfalci di potatura; pneumatici fuori uso; ingombranti; plastica; mattonelle e ceramiche; miscugli e scorie di cemento; mattoni; vetro; miscele bituminose contenenti catrame di carbone; rifiuti biodegradabili; rifiuti urbani non differenziati; etc..
Questa Procura della Repubblica al fine di stabilire se vi fossero rifiuti occultati nel sottosuolo nonché la loro natura e quantità delegava i Carabinieri Forestale della Stazione di Caserta, di effettuare dei saggi di scavo, in contraddittorio con i proprietari, avvalendosi dei mezzi e dei militari del 21° Reggimento Genio Guastatori di Caserta dell’Esercito Italiano e dei tecnici dell’ARPAC di Caserta.
Venivano pertanto eseguite nr. 6 trincee esplorative (saggi di scavo) che confermavano la presenza di rifiuti interrati nel sottosuolo, speciali pericolosi e non pericolosi, fino ad una profondità di circa 1,5 – 2,0 metri, prevalentemente costituiti da: imballaggi in plastica; miscugli e scorie di cemento; mattoni; mattonelle e ceramiche; miscele bituminose contenenti catrame di carbone; ferro e acciaio.
Proprio la presenza dei rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, sia sul suolo che nel sottosuolo derivanti da plurime e reiterate condotte di illecito smaltimento ha richiesto di procedersi all’odierno sequestro in quanto si rendono necessari ulteriori opportuni accertamenti per stabilire il grado di compromissione della matrice suolo, nonché la datazione degli interramenti e le prescrizioni da impartire per addivenire alla bonifica del sito.
Articolo pubblicato il giorno 15 Gennaio 2020 - 20:32