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Il sindacato di Polizia Penitenziaria, aggressione medici a Napoli: “L’inasprimento delle pene non basta più”

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    “Dopo la terza aggressione a medici a Napoli, nell’arco di 48 ore, l’inasprimento delle pene
    nei confronti dei criminali responsabili non è più sufficiente. Bisogna scongiurare che dopo
    un breve periodo in cella tornino a colpire ancora sbeffeggiando le vittime e dando
    l’esempio che non solo in carcere ma anche fuori sono loro ad imporre la legge”. E’ quanto
    sostiene il segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria Aldo Di Giacomo
    sottolineando che “i sempre più numerosi casi che si registrano un po’ in tutto il Paese non
    possono essere ulteriormente tollerati perchè non colpiscono solo il personale medico e
    sanitario che fa il suo dovere quanto i cittadini che al Pronto Soccorso attendono cure
    urgenti e sono lesi nel diritto alla salute sino al rischio della vita. Da più parti in queste ore si
    infittisce la richiesta di tutele per il personale sanitario, al punto che lo stesso Ministro alla
    Salute Speranza, tempo fa, ha detto che le aggressioni ai medici potrebbero diventare un
    reato anche al di fuori di ospedali e ambulatori. Estendere il campo di applicazione «della
    fattispecie penale anche agli episodi di violenza occorsi al di fuori delle strutture sanitarie e
    sociosanitarie pubbliche o private», sanzionando le lesioni subite a causa dell’adempimento
    delle funzioni in qualsiasi luogo le stesse vengano esercitate -afferma Di Giacomo – può
    essere un primo deterrente. Noi del S.PP. siamo per pene dure, della durata minima di
    cinque anni, e senza la possibilità di concedere i cosiddetti benefici perchè, come ripetiamo
    da tempo, l’atteggiamento buonista improntato sulla volontà di redimere tutti non paga.
    Anzi – dice ancora Di Giacomo – è di cattivo esempio rafforzando la convinzione tra i
    criminali di poter sempre farla franca e vedersi ridurre pene oltre che migliorare la
    condizione di detenzione. Una volta per tutte e questo è uno dei casi più eclatanti –
    conclude il segretario del S.PP. – va affermata con chiarezza la distinzione tra vittime e
    carnefici ristabilendo i reali ruoli.


    Articolo pubblicato il giorno 4 Gennaio 2020 - 19:28
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