Gli esperti forensi hanno identificato ufficialmente ieri sera il corpo del giocatore di basket Kobe Bryant, tra i nove recuperati dai detriti dell’elicottero che si e’ schiantato tre giorni fa su una collina vicino Los Angeles. L’ex star Nba, 41 anni, e’ stata identificata dalle sue impronte digitali. Identificati anche due uomini e una donna: sono John Altobelli, 56 anni – allenatore di baseball morto nell’incidente con sua moglie Keri e la loro figlia Alyssa -, il pilota di elicotteri Ara Zobayan, 50 anni, e Sarah Chester, 45 anni. Gli inquirenti stanno ancora lavorando per identificare i cinque morti rimasti, tra cui la figlia di Kobe Bryant, Gianna, 13 anni, che era in elicottero con suo padre. Un patto per la vita tra Kobe Bryant e sua moglie Vanessa ha impedito che le tre figlie superstiti dopo il disastro aereo di domenica scorsa, restassero orfane di entrambi i genitori. Un amico di famiglia ha raccontato al settimanale People che i due avevano deciso che non avrebbero mai volato insieme sugli elicotteri che trasportavano di frequente Kobe nei suoi trasferimenti da un punto all’altro della città di Los Angeles. Vanessa era meno entusiasta del marito all’idea di volare così di frequente, e la prudenza le ha risparmiato l’atroce sorte che ha stroncato la vita del marito.
Ci sono voluti oltre 2 giorni ma alla fine i resti di tutte e 9 le vittime dell’incidente aereo che ha ucciso Kobe Bryant e la figlia Gianna sono stati recuperati. Ne dà notizia la stampa statunitense. Tre corpi erano stati recuperati già domenica pomeriggio, dopo lo schianto dell’elicottero personale del campione di basket, hanno riferito i funzionari, ma c’è voluto più tempo affinché i soccorritori – che hanno passato al setaccio la zona dell’incidente – localizzassero i restanti sei; ora l’ufficio del coroner della Contea di Los Angeles sta lavorando all’identificazione dei resti. Secondo quanto riporta il New York Times, a bordo del Sikorsky S-76B non c’era una “scatola nera”, ma i funzionari stanno esaminando un iPad. Pochi minuti prima dell’incidente, infatti, un uomo avrebbe girato un video dell’elicottero che, per volare in quelle condizioni di scarsa visibilità a causa della fitta nebbia in zona, aveva chiesto un permesso di “Vfr speciale” che consente di volare con visibilità inferiore alle minime previste per il volo a vista ma comunque in contatto visivo con il suolo e gli ostacoli nelle vicinanze. Probabilmente, ma questo è al momento oggetto d’indagine da parte delle autorità aeronautiche americane, il pilota si è abbassato più del dovuto proprio per non perdere il contatto visivo con il suolo, rimanendo però vittima di “disorientamento spaziale” che lo ha tratto in inganno finendo per fargli assumere un assetto non corretto e perdere il controllo dell’elicottero, esploso dopo l’impatto al suolo, uccidendo tutte le 9 persone a bordo, tra cui Kobe Bryant e sua figlia.
Articolo pubblicato il giorno 29 Gennaio 2020 - 07:44