È scattato un nuovo sequestro preventivo nei confronti dell’imprenditore Ciro Barba, integrando un precedente sequestro cui era stata data esecuzione ad aprile 2019. Su delega della Procura della Repubblica, la Guardia di Finanza di Salerno ha eseguito il provvedimento emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale: dagli accertamenti, era emerso, infatti, che l’imprenditore – condannato in via definitiva per estorsione continuata aggravata da finalità mafiose, nonché in primo grado per associazione mafiosa, reato poi dichiarato estinto per prescrizione – si è, nel tempo, adoperato per liberarsi formalmente delle sue proprietà, intestandole a prestanome, al fine di sottrarsi all’applicazione di misure di prevenzione.
Nei mesi successivi alla sua esecuzione, il primo provvedimento di sequestro era stato annullato dal Tribunale di Salerno – Sezione del Riesame, ma, a seguito d’impugnazione, la Suprema Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la decisione del Riesame per una nuova pronunzia. Contemporaneamente, nuove indagini hanno portato ad una nuova richiesta di sequestro preventivo accolta dal Gip, con cui è stato disposto il vincolo reale su conti correnti, veicoli e proprietà immobiliari dell’indagato e della moglie, oltre alla proprietà di cinque società, con sedi in Campania e in Toscana, operanti nel settore delle costruzioni e di quello agroalimentare, per un valore complessivo di oltre un milione e mezzo di euro.
Parallelamente nei confronti dei soggetti coinvolti nel corso del 2019, sono state compiute attività d’indagine anche da parte della Procura della Repubblica di Pisa. Proprio in ragione della gestione e dell’amministrazione illecita delle società operanti nel settore agro – alimentare, nel mese di giugno del 2019, per ordine del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Pisa, Barba era stato raggiunto, con altri soggetti, dalla misura della custodia cautelare, essendo stato accusato di associazione per delinquere finalizzata alla frode alimentare. (gustavo gentile)
Articolo pubblicato il giorno 21 Gennaio 2020 - 20:16