E’ di 132 morti e oltre seimila persone infettate l’ultimo bilancio ufficiale del coronavirus cinese, anche se sembrano rallentare i contagi giornalieri. Tuttavia i casi hanno già superato quelli della Sars del 2002-2003. Intanto in Cina la Toyota ha bloccato la produzione mentre Starbucks e Ikea hanno chiuso temporaneamente metà dei punti vendita. Le compagnie aeree British Airways, United Airlines, American Airlines e Lufthansa hanno sospeso tutti i voli da e per la Cina. E’ pronto l’aereo per gli italiani bloccati a Wuhan. In Finlandia un nuovo caso confemato. In Europa i casi salgono a 9: oltre a quello in Finlandia, ci sono 4 casi in Francia e 4 in Germania.
Il ministero della Salute ha fatto sapere che tutti i casi sospetti in Italia si sono rivelati negativi ai test per il coronavirus. Prevista per domani una nuova riunione d’emergenza di esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per stabilire se l’epidemia di coronavirus iniziata in Cina costituisca un’emergenza sanitaria internazionale. Il numero di contagi in Cina è salito a 6.078 casi alle 18 locali (le 11 in Italia), secondo l’ultimo bilancio ufficiale.
Ikea ha annunciato che chiuderà metà dei suoi negozi in Cina. La decisione del colosso svedese di mobili è arrivata in seguito alla diffusione dell’epidemia di coronavirus. Ikea “chiuderà temporaneamente e fino a nuovo avviso, dal 29 gennaio. I dipendenti sono tenuti a rimanere a casa e manterranno tutti l’intero stipendio”, ha reso noto il gruppo industriale svedese in un comunicato. In Cina ci sono 30 negozi Ikea.
Dopo la United Airlines e la British Airways anche la American Airlines taglia i voli con la Cina a causa dell’emergenza coronavirus. Tutti i collegamenti da Los Angeles a Shangai e Pechino saranno sospesi dal 9 febbraio fino al 27 marzo. E anche Lufthansa cancella i voli da e per il Paese. Lo ha confermato la compagnia aerea tedesca, dopo una prima indiscrezione pubblicata dalla Bild.
Il volo organizzato dalla Farnesina per rimpatriare gli italiani bloccati a Wuhan, la città cinese maggiormente coinvolta dal nuovo coronavirus, partirà domani. L’aereo raggiungerà l’aeroporto di Wuhan con a bordo personale medico specializzato. All’arrivo in Italia i connazionali seguiranno un protocollo sanitario definito dal Ministero.
Gli italiani che torneranno domani dalla Cina non saranno messi in quarantena in modo automatico, ha assicurato il direttore scientifico dello Istituto Spallanzani di Roma Giuseppe Ippolito, ma sara’ valutata la situazione caso per caso. “Neppure gli Usa lo fanno, le autorità decideranno qual è la forma migliore di sorveglianza, che non sarà necessariamente una quarantena. Credo che nessuno pensi di ospedalizzare persone che stanno bene”. Il primo controllo che si fa all’aeroporto (che per Milano è Malpensa e per Roma è Fiumicino), sarà, oltre alla misura della temperatura, anche la compilazione di un modulo in cui le persone devono riferire se sono state a contatto con casi positivi al virus.
“Se sì, devono stare in quarantena a casa – afferma Maria Rita Gismondo, direttore della struttura di microbiologia clinica dell’ospedale Sacco di Milano, centro di riferimento per queste bioemergenze in Italia, insieme all’Istituto Spallanzani di Roma – in attesa che passino i 14 giorni del tempo di incubazione del virus. Se invece presentano dei sintomi al loro arrivo in aeroporto, o durante la quarantena, verranno portati in ospedale, dove saranno sottoposti al test per il virus”.
Al momento tutti i casi sospetti segnalati in Italia si sono rivelati negativi ai test per il coronavirus 2019-nCoV. Lo riferisce il ministero della Salute in una nota. L’ultimo caso è quello segnalato a Napoli: un uomo cinese rientrato dal suo paese e ricoverato al Cotugno. La conferma è arrivata dopo le analisi realizzate all’Istituto Spallanzani di Roma che aveva fatto scattare le procedure di controllo.
Attualmente ci sono circa 600 cittadini europei in Cina che vorrebbero lasciare la il Paese a causa dell’epidemia di coronavirus. Al momento però solo la Francia ha chiesto assistenza per il rimpatrio. Tuttavia, 14 Paesi hanno comunicato di avere cittadini da rimpatriare, fra cui l’Italia. Il Meccanismo europeo di protezione civile “può coprire fino al 75% dei costi di trasporto”, ha precisato il commissario Ue per la gestione delle crisi, Janez Lenarcic. L’Ue chiede a Pechino piena cooperazione.
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