Controllavano il mercato della droga ma soprattutto imponevano il pizzo ad alcune aziende e gestivano il racket del parcheggio abusivo. In dieci sono stati arrestati per associazione per delinquere di tipo mafioso, per estorsione e spaccio di sostanze stupefacenti. L’operazione condotta dalla Squadra mobile della questura di Benevento è stata coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Napoli. Gli indagati appartengono tutti al clan Sparandeo e tra loro c’è anche il capoclan Corrado, 62 anni, che, insieme al 59enne Carmine Morelli e al 45enne Vincenzo Poccetti, sarebbe stato l’organizzatore di attentati esplosivi nei confronti di imprese che non intendevano pagare il ‘pizzo’. Il gruppo ‘gestiva’ il parcheggio nei pressi dello stadio comunale di Benevento Ciro Vigorito, pretendendo somme di denaro senza alcun titolo dai parcheggiatori sia abusivi che regolari. Corrado Sparandeo, per assicurarsi il controllo della città, manteneva anche rapporti con clan napoletani e della Valle Caudina. Carmine Morelli si occupava per conto di Sparandeo delle attività estorsive sulle imprese, coordinando anche il lavoro di Poccetti e del gruppo operativo composto da Stanislao Sparandeo, 40 anni, Gabriele De Luca, 30 anni, e da Luigi Coviello, di 45 anni. Quest’ultimo per meglio controllare le attività delle imprese finite nel mirino del clan, era stato anche assunto da una ditta. Uno sguardo dall’interno per quantificare meglio le attività economiche e calcolare il pizzo. Nello stesso tempo l’organizzazione gestiva anche il mercato della droga, coordinandosi con clan napoletani per il trasporto di hashish, marijuana, cocaina ed eroina nel territorio beneventano. In particolare De Luca sarebbe stato il corriere della droga trasportandola dall’hinterland napoletano a Benevento e facendo da intermediatore tra il clan ed il fornitore all’ingrosso Carmine Longobardo, attivo nella zona di Castello di Cisterna, che avrebbe controllato e gestito un gruppo di collaboratori per il trasporto della droga, tra i quali il 46enne Luigi Giannini. L’indagine e’ cominciata nel 2017, partendo da una verifica su alcune attività commerciali di Benevento. Intercettazioni telefoniche e ambientali hanno poi permesso di ricostruire i legami tra vari soggetti coinvolti e nei guai sono finiti anche il 39enne Giovanni Piscopo e il 32enne Gerardo Sparandeo.
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