L’inchiesta relativa al concorso per 300 posti nella Polizia Penitenziaria maschile e 100 in quella femminile del 2018 costerà il processo a 151 concorrenti accusati a vario titolo di truffa, ricettazione e altri reati. Le indagini furono condotte dal Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria e proprio grazie a quel lavoro investigativo, a cui hanno partecipato per la propria parte uomini della Guardia di Finanza, dopo le condanne in abbreviato per alcuni degli imputati del novembre scorso, la Procura di Napoli ha citato in giudizio tutti i beneficiari della corruzione e della rivelazione di segreto d’ufficio. Lo scrive Gnews on line, quotidiano del Ministero della Giustizia, spiegando che la prima udienza si terrà ad ottobre a Napoli. Alcuni concorrenti furono esclusi dal concorso già sul momento, perché scoperti durante lo svolgimento della prova scritta con auricolari o cellulari, ma anche cover di telefonini, braccialetti e t-shirt dove erano scritte le risposte esatte con lettere e numeri che, grazie alle indagini del NIC, si è riusciti a codificare. Le prime indagini furono condotte dalla procura di Roma, poi il procedimento è passato a Napoli. Nell’ambito delle indagini gli uomini del NIC hanno operato l’arresto di una decina di persone, accusate di essere in possesso delle risposte ai quiz e di averle vendute per decine di migliaia di euro. Gli sviluppi successivi hanno portato alla scoperta di un’associazione a delinquere costituita da una decina di persone operante nell’hinterland napoletano. I componenti della banda sono stati tutti arrestati e nel corso delle operazioni di perquisizione, il NIC ha sequestrato un fuoristrada Hummer oltre a denaro e altri oggetti. Ora la citazione in giudizio per i 151 presunti beneficiari della corruzione e della rivelazione di segreto d’ufficio. Il procedimento si terra’ dinanzi al giudice monocratico Giuliana Taglialatela.
Articolo pubblicato il giorno 26 Gennaio 2020 - 19:58