foto di repertorio
Aveva bisogno di soldi, chiese un incremento dello ‘stipendio’ al clan, ma al diniego iniziò a rubare dalle casse delle attività illecite, come le estorsioni a nome dell’associazione criminale. E’ per questo che uno degli elementi di spicco dei Casalesi, Walter Schiavone, ordinò la sera del 29 ottobre del 1992 l’uccisione di un affiliato, Michele Borriello. Ventisette anni dopo i carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip di Napoli nei confronti di 4 persone, ritenute, a vario titolo, responsabili dell’omicidio aggravato dal metodo mafioso. Nell’agguato, rimase gravemente ferito anche un ragazzo che si trovava occasionalmente in compagnia della vittima, al quale le gravi lesioni riportate hanno portato danni fisici permanenti.
Nella mattinata odierna, nelle province di Caserta e Latina nonché presso le Case Circondariali di Milano “Opera” e L’Aquila, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, nei confronti di 4 (quattro) persone, ritenute, a vario titolo, responsabili dell’omicidio (aggravato dal metodo mafioso) di BORRIELLO Michele classe 1963, avvenuto in Vitulazio (CE) la sera 29 ottobre 1992.
La misura cautelare colpisce elementi di spicco del clan dei Casalesi, tra i quali SCHIAVONE Walter, detto “Walterino”, ritenuti responsabili dell’omicidio di Michele BORRIELLO, detto Pellecchione. La vittima era stata uccisa mentre si trovava nei pressi di un rinomato locale del posto, venendo attinta da numerosi colpi di arma da fuoco (ben 11). Nell’agguato era rimasto gravemente ferito anche un giovane del posto, che si trovava occasionalmente in compagnia della vittima, al quale le gravi lesioni riportate procuravano danni fisici permanenti.
I provvedimenti restrittivi costituiscono il risultato di un’attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia, avviata nell’anno 2017, che ha consentito di accertare che:
La decisione era stata presa poiché BORRIELLO, probabilmente a causa di una non florida situazione economica, aveva chiesto un maggior coinvolgimento nella compagine associativa e, a causa del diniego ricevuto, aveva iniziato ad appropriarsi dei proventi dell’attività estorsiva eseguita per conto del clan.
I soggetti colpiti da ordinanza di custodia cautelare in carcere sono:
Per l’omicidio in questione, nell’anno 1999, è già stato condannato in via definitiva alla pena della reclusione di anni 10 e mesi 8 ABBATE Antonio, altro elemento di spicco del “clan dei Casalesi”, ora collaboratore di giustizia.
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