Sabato 25 (ore 20) e domenica 26 gennaio (ore 19) al Teatro Civico 14 di Caserta, la Compagnia Teatrodilina presenta “QUASI NATALE” scritto e diretto da Francesco Lagi, prodotto da Fondazione Sipario Toscana, con Anna Bellato, Francesco Colella, Silvia D’Amico, Leonardo Maddalena.
Naturalezza e poesia, ironia e dolcezza, la quotidianità ma anche le contraddizioni e gli sgambetti della vita. Teatrodilina porta in scena il suo ultimo lavoro al Teatro Civico 14 di Caserta. QUASI NATALE, in scena sabato 25 e domenica 26 gennaio, è una piccola storia famigliare, dove si ritrova l’amore per i personaggi e per il piacere d’interpretarli. Scritto e diretto da Francesco Lagi, in scena Anna Bellato, Francesco Colella, Silvia D’Amico e Leonardo Maddalena, produzione Fondazione Sipario Toscana Onlus.
Ci sono tre fratelli che tornano nella loro casa di bambini. C’è una cosa che la madre deve dirgli. Nessuno sa quale sia quella cosa. Fuori nevica, sono i giorni prima di Natale. C’è una ragazza, che si ritrova per caso a vivere con loro quei giorni. Ha un aspetto così familiare che sembra venire da un passato che si stenta a mettere a fuoco. Ci sono un’ attesa e una vicinanza forzata. Una gara di peperoncini e un tronco da caricarsi sulle spalle. C’è un pesce nuovo per l’acquario e un anello di fidanzamento. Vecchi quaderni di scuola e un fuoco da tenere acceso. Un telecomando che non si trova più e un albero di Natale con le lucine intermittenti. Un telefono che squilla e una vecchia storia di sciamani pellerossa. Ci sono certi spiriti, in quella casa, che faticano ad andare via.
Continuano gli appuntamenti di approfondimento sul teatro a cura di Alessandro Toppi e Michele Di Donato. Un focus aperto a tutti sul lavoro della Compagnia Teatrodilina, domenica 25 gennaio, ore 17:00, ingresso libero. Teatrodilina è un gruppo di persone con esperienze diverse, che si sono unite con il proposito di condividere una pratica e un’idea di teatro. Dal suono al video, dall’arte contemporanea alla scrittura, dal cinema alla musica. Alla base del lavoro c’è la volontà di inventare spettacoli restituendo frammenti dei loro percorsi e andando alla ricerca di una comune identità, che sembra perduta ma non in modo irreparabile.
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