“Quando in più occasioni abbiamo denunciato che la confusione diffusissima nel sistema giudiziario del Paese tra vittime e carnefici fa brutti scherzi non avremmo mai e poi mai immaginato di dover commentare il provvedimento assunto, al di là di ogni più fantasiosa immaginazione, di intesa tra Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria campana e la Procura della Repubblica di Napoli: ai detenuti verrà affidato il servizio di trasporto di atti e fascicoli giudiziari. Non ci meraviglieremmo se domani gli stessi detenuti fossero ammessi a far parte di Giurie Popolari”. Lo sostiene il segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria Aldo Di Giacomo aggiungendo che: “dopo la nomina di un ex detenuto condannato a 20 anni di carcere a Garante dei Detenuti, dopo i continui ritrovamenti di telefonini dagli istituti di pena campani, dopo i numerosi permessi premi che
diventano fuga o occasione per delinquere e persino uccidere, la Campania è diventata “zona franca”
per quella stessa criminalità organizzata, la camorra, che ha stretto patti di cooperazione con la mafia
siciliana. Quanto alla “opportunità” offerta ai detenuti-collaboratori di uffici giudiziari, fatta passare
addirittura per una “best practice” – dice Di Giacomo – siamo alla pura follia, perché ignorando il
fenomeno “misterioso” della sparizione di numerosi fascicoli dagli uffici giudiziari campani, si affidano
compiti delicatissimi a quanti hanno problemi con la giustizia, dando loro un’ulteriore patente di
“collaboratori di giustizia” dopo la controversa esperienza che si è registrata negli anni in proposito.
Siamo ancora una volta di fronte al prevalere della teoria del buonismo che persegue il reinserimento
sociale e lavorativo dei detenuti ad ogni costo e senza particolari distinzioni. Per chi evidentemente
continua ad avere la mente offuscata tra vittime e carnefici – sottolinea Di Giacomo – è il caso di
ricordare che mentre a detenuti saranno affidati compiti di movimentazione di fascicoli a chiunque
aspiri ad un impiego pubblico si chiede, previa esclusione, l’essere immune da precedenti penali”.
Per Di Giacomo “la situazione in Campania ha raggiunto un punto di non ritorno. Si pensi ai continui
casi di aggressione ai medici del 118, per i quali il Sindacato Polizia Penitenziaria ha chiesto
l’inasprimento delle pene per gli autori. Noi del S.PP. siamo per pene dure, della durata minima di
cinque anni, e senza la possibilità di concedere i cosiddetti benefici. Ho letto dell’idea del Ministero
dell’Interno di ricorrere a telecamere da montare a bordo delle autoambulanze. Ancora un segnale
che istituzioni e politica – conclude Di Giacomo – invece di indirizzare l’impegno e l’iniziativa per la
soluzione più semplice – qual è appunto l’inasprimento di pene – pensano ad azioni plateali”.
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