Stavano pianificando il sequestro di un imprenditore del settore informatico, residente nel centro di Bologna. Nelle prime ore del mattino odierno, nelle province di Milano, Verona e Napoli, Carabinieri della Compagnia dei Carabinieri di Corsico (Milano), supportati dal Nucleo Investigativo di Bologna e dai Comandi territorialmente competenti, hanno dato esecuzione a un decreto di fermo della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bologna, emesso nei confronti di 11 uomini italiani, per sequestro di persona in concorso. Il provvedimento cautelare trae origine dalle investigazioni avviate, nel mese di febbraio 2019, dalla Stazione dei carabinieri di Cornaredo (Milano), finalizzate a disarticolare un’associazione per delinquere dedita a frodi informatiche a danno di istituti di credito e riciclaggio, tuttora pendente presso il Tribunale di Milano. In tale ambito, grazie alla prolungata attività tecnica e a servizi dinamici posti in essere in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, è stato appurato che i componenti della compagine criminale stavano pianificando il sequestro dell’imprenditore. Inoltre, nella mattinata odierna, a Napoli e Modena, i Carabinieri della Compagnia di Corsico, supportati dal Nucleo Investigativo di Bologna e dai Comandi territorialmente competenti, daranno esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Bologna a carico di 6 individui (2 dei quali anche destinatari del fermo) per rapina aggravata in concorso. La finalità della condotta criminosa era quella di costringere la vittima, anche mediante violenza fisica, a comunicare ai sequestratori i dati di accesso ai propri conti correnti, in modo da trasferire parte del denaro (tra 1,5 e 4,5 milioni di euro) a favore del sodalizio. L’indagine ha permesso di accertare che 2 indagati del gruppo criminale monitorato, l’11 novembre scorso, con l’ausilio di tre individui partenopei e di un cittadino marocchino, avevano perpetrato una rapina presso la sala slot ‘Bingo Globo’ di Modena. I malfattori, nella circostanza, con l’utilizzo di una pistola, obbligavano un dipendente a consegnare loro 16mila euro.
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