È finalmente passato quel tempo in cui aver frequentato un istituto e aver conseguito un diploma alberghiero era sintomo di pigrizia, poca voglia di studiare e tutt’altro che desiderio di continuare con la formazione accademica. La consapevolezza che il solo patrimonio artistico-culturale, pur inestimabile come quello italiano, non basta e che servono professionisti in grado di attrarre la domanda turistica ha fatto sì, infatti, che si rivalutassero in questi anni diplomi professionali come questo e percorsi formativi dedicati in particolare a operatori turistici e dell’accoglienza.
La formula istituto alberghiero non rende giustizia, del resto, all’offerta formativa complessa e variegata che la maggior parte delle scuole come queste mettono a disposizione ai propri iscritti: basterebbe leggere la denominazione completa degli istituti sparsi in tutta Italia, dove compaiono esplicitamente formule come «servizi per l’enogastronomia» o «servizi per l’ospitalità alberghiera» per esempio. Tradotto? Significa che, no, un istituto alberghiero – se proprio ci si vuole ostinare a chiamarli così – non sforna cuochi ma professionisti del turismo a tutto tondo, con sbocchi professionali che sono dei più vari.
Cosa e come si studia per ottenere un diploma alberghiero
Andiamo per gradi. Come avviene anche per altri istituti professionali, il percorso di studi, che ha una durata complessiva di cinque anni, è diviso in un triennio obbligatorio e un biennio di specializzazione facoltativo: al termine del triennio lo studente consegue un diploma alberghiero professionale con il quale può fare già il suo ingresso nel mondo del lavoro; solo alla fine dei due anni di specializzazione invece avrà conseguito la maturità e un titolo che è quello di tecnico dei servizi turistici o di ristorazione.
La disgiuntiva non è casuale: buona parte degli istituti alberghieri italiani danno, infatti, la possibilità ai propri studenti di scegliere – e già da subito, senza aspettare il biennio di specializzazione – tra diversi indirizzi e percorsi dedicati ad aspetti ben specifici della promozione territoriale e dell’accoglienza turistica. Enogastronomia, servizi di sala e vendita e accoglienza turistica sono almeno i tre percorsi tra cui può scegliere chi abbia intenzione di conseguire un diploma alberghiero, a seconda che sia interessato appunto più all’ambito ristorazione o vinificazione, a fare servizio in sala od occuparsi di promozione dell’attività di ristorazione o impiegarsi o ricoprire posizioni di leadership nell’accoglienza turistica.
A ogni percorso corrispondono, ovviamente, piani di studio diversi e che comprendono materie come scienza dell’alimentazione (soprattutto se si sceglie il percorso enogastronomia) o marketing turistico (se si opta, invece, per l’indirizzo più votato all’accoglienza). Un altro falso mito che va smentito, comunque, sugli istituti alberghieri è che non ci siano materie curriculari: essendo il diploma alberghiero a tutti gli effetti un diploma di maturità, non potrebbero mancare materie fondanti come italiano, storia o matematica. Nella maggior parte degli istituti, poi, gli alunni studiano una seconda lingua straniera diversa dall’inglese. E, sia che si scelga la formazione classica sia che si opti per esempio per conseguire online un diploma di alberghiero, con ogni probabilità si sarà tenuti a seguire laboratori professionalizzanti e dedicati agli aspetti più pratici del mestiere.
Articolo pubblicato il giorno 4 Dicembre 2019 - 11:41