Si sa che Capodanno viene una volta sola ed il veglione della notte di San Silvestro, per molti italiani, é la “festa” per eccellenza più attesa dell’anno. E’ stato così anche per Giovanni Conte, 50 anni, Vostro concittadino, disoccupato, percettore di RdC nella misura di 610,00 euro mensili. L’uomo a metà novembre ha acquistato con la carta del RdC i biglietti per due persone (lui e la moglie) per lo spettacolo di Gigi Proietti nella Capitale (Auditorium) spendendo oltre 200 euro.
Una scelta che gli é costata cara, anzi molto cara, visto che l’Inps per il mese di dicembre ha deciso di sospendergli il reddito.
Per ottenere il RdC, come noto, ci sono dei requisiti di legge codificati :
reddito inferiore a circa 9.600,00 euro annui, non possedere beni immobili (ad eccezione della prima casa) ed altre “limitazioni” di minore importanza.
Oltre a questo la normativa “impone” di non utilizzare la carta per “accumulare” denaro ma per le “ordinarie esigenze” della vita quotidiana personale e della famiglia.
Orbene bisogna comprendere se, nel caso in esame, andare a teatro a vedere uno spettacolo come quello di Gigi Proietti può costituire un “bisogno” della famiglia Coppola atto a giustificare l’utilizzo della carta.
Orbene partendo dal presupposto che i bisogni della famiglia non sono solo quelli prettamente materiali e che a volte il benessere dei coniugi può essere, almeno in parte, determinato anche dalla partecipazione ad eventi mondani o ludici e, considerando ancora, che la rappresentazione teatrale di Gigi Proietti può rappresentare un evento culturale significativo per una coppia, allora si può dedurne che la spesa effettuata per l’acquisto dei biglietti (tra l’altro non in posti di “privilegio” ma in galleria) “rientri” nei bisogni non materiali ma culturali e sociali della famiglia.
A maggior ragione se la “spesa” viene fatta in un giorno dell’anno, quale appunto la Vigilia di Capodanno, da sempre – per la cultura media italiana – meritevole di essere “onorato” con i dovuti festeggiamenti. In altri termini se la stessa somma fosse stata spesa per l’acquisto dei biglietti in un altro giorno dell’anno, forse (il condizionale è d’obbligo) l’Ente previdenziale avrebbe potuto “obiettare” al soggetto percettore del RdC che una tale spesa non era “compatibile” con la misura assistenziale concessagli dallo Stato.
Ma trattandosi del 31 dicembre, data in cui tutti i prezzi, di tutti gli esercenti commerciali italiani, vengono raddoppiati se non addirittura triplicati o quadruplicati, la somma spesa dal Coppola non appare poi così “rilevante” ed esosa e comunque tale da portare alla sospensione del RdC.
In base a queste argomentazioni, sostenute dall’Associazione Giustitalia che lo rappresenta, l’uomo ha deciso di chiedere il ripristino dell’assegno.
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