“Il valore del teatro? Non ignorare e conoscere la tradizione”, il punto di partenza del percorso che caratterizza l’operato di Antonello De Rosa e dell’Associazione Scena Teatro nel mese di dicembre tra Salerno ed Eboli. Il sipario si alza con gli spettacoli affidati ai gruppi di adolescenti, bambini ed adulti e tratti dai maggiori autori che hanno parlato del Natale: sabato 14 e domenica 15 e 22, dalle ore 17.30 alle 20, all’interno del suggestivo scenario del presepe di Mario Carotenuto nel cuore del centro storico. Venerdì 20, alle 19.30, il teatro incontra il sociale attraverso la dedizione e le emozioni offerti dai detenuti dell’Icatt (Istituto a Custodia Attenuata per il Trattamento delle Tossicodipendenze e alcol dipendenze) in “La gatta Cenerentola”. La chiusura è magica, sabato 28 alle ore 20.30, con “La Cantata dei Pastori” che vede impegnati un centinaio di allievi sul palco del centro sociale. “L’euforia che avvolge il periodo natalizio è meravigliosa – afferma Antonello De Rosa – ed abbiamo riempito il contenitore di dicembre di tante cose interessanti. La prima riguarda tre performance che si terranno nello splendido scenario del presepe di Mario Carotenuto, in collaborazione con Chiara Natella e la Bottega San Lazzaro, con alcuni brani tratti dai più grandi autori che hanno parlato del Natale. A portarli in scena i gruppi di adolescenti, bambini e adulti. In questo modo daremo a più persone, praticamente di ogni età, la possibilità di osservare questi spettacoli. Per la seconda ritorniamo presso l’Icatt di Eboli con grande piacere perché con i detenuti è nata una vera e propria amicizia, una collaborazione di emozioni che solo loro riescono ad offrire. Sono stati proprio gli ospiti dell’istituto, tra l’altro, ad optare non per uno spettacolo di Natale ma per dei pezzi tratti da La gatta Cenerentola. Per finire, tutti i gruppi di Scena Teatro presenteranno uno studio su La Cantata dei Pastori al centro sociale di Salerno. Certo, siamo abituati a vederla rappresentata in maniera eccelsa da Peppe Barra ma con i ragazzi ho preferito questa scelta perché è necessario conoscere e far proprie le tradizioni. I grandi testi, non lo dimentichiamo, poggiano sulle grandi tradizioni ed i miei allievi, soprattutto i più giovani, non conoscevano neppure l’esistenza de La Cantata dei Pastori”.
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