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Scavi di Pompei, la visita e la storia del punto di ristoro

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L’ultimo articolo dedicato alla visita di Pompei da parte del turista qualsiasi – da noi ribattezzato Mr Qualunque – si è chiuso proprio quando il nostro Mr Qualunque stava entrando all’interno del Punto di ristoro Autogrill di Pompei Scavi. Un punto di ristoro che qualsiasi catena di fast food, e non solo, vorrebbe avere.
Appena entrato, egli vede una fila di una trentina di persone che lo precedono e rassegnato si mette in coda per la cassa. Il personale non è poi tanto, mentre la richiesta sì che è tanta.
Mr Qualunque in quel momento non immagina di essere entrato in uno dei siti più “complicati” e “bollenti” di quell’universo di problemi che sono gli Scavi di Pompei.
Già nella prima metà del Novecento fu aperto un punto di ristoro presso la Stazioncina di Pompei Scavi della Ferrovia Circumvesuviana che era l’ultima fermata prima di Pompei Santuario. Il locatario era Aurelio ITEM, capostipite della storica famiglia di albergatori svizzeri stanziatisi a Napoli. La linea ferroviaria della Circumvesuviana era stata inaugurata da poco quando Aurelio ITEM l’allora – già proprietario dell’Hotel Suisse a Piazza Porta Marina Inferiore e dell’Hotel Tristano e Isotta a Napoli – approfittò della occasione per realizzare una seconda propria struttura d’accoglienza dentro gli Scavi,.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale gli ITEM furono travolti dalle difficoltà finanziarie innescate dal loro tentativo di rimettere in piedi i loro alberghi semidistrutti dai bombardamenti alleati. Seguì lo stallo delle loro attività imprenditoriali a Pompei Scavi.
Di tale stallo approfittò un intraprendente ristoratore napoletano, anzi posillipino.
Questo imprenditore non proprio di primo pelo, pressato dai creditori per un precedente passo falso imprenditoriale a Napoli, riuscì comunque con i propri buoni uffici a ottenere in locazione il Posto di Ristoro nella zona postica delle Terme del Foro colpita dalle bombe della Seconda Guerra Mondiale. Il ristoratore napoletano riuscì a ottenere dal Demanio in locazione per ricavare il Ristorante anche un piccolo e appartato peristilio antico, ancora oggi in uso.
Ovviamente la trasformazione delle strutture archeologiche in “Ristorante Internazionale” con bar e sala vendita souvenir, comportò demolizioni e trasformazioni incongrue. Al limite della distruzione di quello che era sopravvissuto ai bombardamenti. Forse oltre. Anzi decisamente oltre. Soprattutto nel sottosuolo. E da quel momento il sottosuolo del Ristorante fu la cloaca massima in cui si riversarono migliaia, anzi milioni di litri di reflui organici e non. Perchè?
Il lettore capirà bene che a Milioni di visitatori degli Scavi Pompeiani corrispondono almeno altrettanti milioni di…pisciatine. E alle pisciatine si accompagnano a volte anche altri bisogni fisiologici più…concreti. Possiamo dire insomma che il Posto di ristoro galleggiava su un mare merdoso che ancora oggi grida vendetta.
D’altra parte, già a quell’epoca furono le polemiche molto accese. Esse scaturivano dall’ assegnazione del posto di Ristoro. Polemiche localistiche, ma anche giornalistiche.
Quelle giornalistiche furono condotte sopratutto sulle colonne del prestigioso e storico quotidiano napoletano “Il Roma”, allora nelle salde mani del Comandante Achille Lauro, ‘o cumandante per antonomasia per i Napoletani.
Ma torniamo al Posto di ristoro che – dagli anni ’50 ai primi anni Duemila – fu florida fucina di molte centinaia di milioni di lire prima e poi di molte centinaia di migliaia di euro per gli eredi dell’imprenditore posillipino. L’attivo a molti zeri fu ben tesaurizzato in attività produttive diverse, prima di inabissarsi in un mare di inspiegabili insolvenze che certo non si generavano a Pompei Scavi. Le tante inadempienze del vecchio locatario furono dunque la premessa alla indizione di una Gara per l’aggiudicazione del posto di Ristoro a un nuovo locatario, nel 2009, dopo un decennio di tira e molla tra Soprintendenza, Locatario e Uffici Demaniali.
Nelle more dell’espletamento della gara – a fronte di anni di tardivi o mancati pagamenti del canone locativo – la Soprintendenza di Pompei fu intanto diretta commissarialmente da un Prefetto. Quest’ultimo sgomberò quasi manu militari il Ristorante Internazionale e gli eredi, mediocri epigoni del fecondo familismo del fondatore, in un turbinio di denunce e carte bollate, che oltretutto manteneva bloccata la gara indetta anni prima.
Correva dunque l’anno 2016 dell’era cristiana quando ad Autogrill fu aggiudicata la gara dallo stesso Prefetto. C’erano voluti ben sette anni per una gara. L’affaire era grosso, anzichenò!!
Vediamo dunque come, quando e perché si arrivò ad Autogrill. Intanto, il nostro Mr Qualunque si fa disciplinatamente la sua fila. (continua)

 Federico L.I. Federico


Articolo pubblicato il giorno 1 Dicembre 2019 - 11:10


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