“L’assenza di simboli e bandiere ha reso possibile un’unione che negli ultimi anni non era possibile, si sono riunite tante persone con storie diverse a lanciare un messaggio molto chiaro: è ora di cambiare linguaggio politico, non si può fare della diversità o del pensiero opposto un nemico a tutti i costi”: così Mattia Santori del “movimento delle sardine” ieri sera a Che tempo che fa, su Rai2. “È stato bello riscoprire una fetta di popolazione a cui molta gente non aveva parlato, si è pensato tanto alla pancia e pochissimo al cervello, quindi quando è arrivato un messaggio che scatenava un pensiero più complesso tanta gente si è esposta” spiega. E continua: “Abbiamo ragionato sul contatto tra il virtuale e il reale, “e abbiamo deciso di combattere la bestia del populismo portando dei corpi fisici, perché il corpo fisico in una piazza non è manipolabile, mentre tutto il pensiero, il consenso, il sondaggio, è manipolabile, noi abbiamo deciso di fare una guerra dei numeri che non è manipolabile. Una foto con tante persone è un messaggio potente che non ha bisogno di filtri”. Rispetto al rapporto con le varie forze politiche: “C’è un grande rispetto della nostra autonomia da parte dei grandi partiti di sinistra, del Movimento 5 Stelle, così come non c’è assolutamente rispetto dall’altra parte politica, ma è importante pensare al fatto che c’è comunque una sinistra, c’è un popolo che partecipa e torna nelle piazze ad avvicinarsi alla politica”, “ci temono di più a destra, a sinistra facciamo riflettere”
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