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Per la Notte d’Arte 2019 NarteA propone Tufo: un viaggio alla ricerca della pietra fondativa della Pietrasanta

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Sabato 14 dicembre ore 20.00, in occasione della settima edizione della Notte d’Arte, evento promosso dalla Seconda Municipalità e dedicato alla valorizzazione culturale e sociale della città, propone la visita teatralizzata di NarteA “Tufo – Nel cuore della Pietrasanta”, che condurrà i visitatori nei diversi ambienti della chiesa basilicale di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta, con un percorso che attraversa i secoli, partendo dal campanile e passando attraverso la cappella del Pontano, quella del SS. Salvatore, fino alla cripta e agli ambienti sotterranei, con un viaggio a ritroso nel tempo fino a quella pietra fondativa, sulla quale è stato eretto il complesso. La visita, realizzata in collaborazione con LAPIS Museum, incrocia l’itinerario esplicativo a cura di Matteo Borriello, con le pièce teatrali scritte da Febo Quercia, interpretate da Pietro Juliano, Irene Grasso, Alessio Sica. Al termine dell’evento è prevista una degustazione di vini a cura dell’azienda Cantina di Lisandro. Solo per la Notte d’Arte, il costo del biglietto sarà di € 13,00 anziché 15. Info e prenotazioni ai numeri 339 7020849 o 333 3152415.
La Basilica di Santa Maria Maggiore, situata al confine con le antiche mura difensive della città, ha una storia antichissima che testimonia le vicende della città stessa. Fatta edificare sui resti del tempio di Diana nel 533 dal Vescovo Pomponio, e dedicata alla Beatissima Vergine, fu una delle quattro basiliche maggiori in epoca tardo antica. La fondazione della chiesa è legata a un’antica leggenda popolare secondo la quale il Diavolo, sotto le spoglie di un maiale, infestava la zona fra Piazza Miraglia e il centro antico, e grugnendo spaventava i passanti durante le ore notturne. Il centro di tale attività demoniaca era ritenuta proprio la Pietrasanta. Per espellere il male dal sito, Pomponio fece costruire la basilica in seguito a un sogno nel quale la Madonna gli ordinò di erigerla nel luogo dove si sarebbe ritrovato un panno celeste. Sotto il panno, la pietra santa: una roccia con su incisa una croce, che sarebbe stata venerata dai fedeli negli anni come fonte d’indulgenza. A metà del 1600 la Basilica Pomponiana fu abbattuta a causa dei danni causati dai terremoti e completamente ricostruita nel 1656 da Cosimo Fanzago.
Quercia immagina un viaggio alla ricerca della pietra santa, ossia di quella materia tufacea tipica delle costruzioni del centro storico partenopeo, pietra leggera e porosa nella quale sono assorbite le vicende e gli umori, gli animi e le storie della Napoli antica. Un’eccentrica guida non autorizzata e uno scrittore famoso incontreranno il pubblico nel ventre della città. Entrambi ricercano a loro modo, e per scopi diversi, il cuore vero e pulsante di Napoli, l’uno per raccontare un’immagine diversa ai suoi visitatori, l’altro per scriverne nei libri. L’anima profonda è celata però oltre le stratificazioni temporali di una città pregna di storia, di arte, cultura e vita. Il percorso si configura come un viaggio nell’architettura stratificata nel cuore della città, delle costruzioni che si sono susseguite, ponendosi in ascolto di quella materia che da secoli ascolta e restituisce storie.


Articolo pubblicato il giorno 10 Dicembre 2019 - 12:35

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