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Operazione contro il cyber-riciclaggio: identificati 170 ‘muli’ in tutta Italia

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Centosettanta ‘money mules’ identificati su tutto il territorio nazionale, responsabili di 374 transazioni fraudolente per un totale di oltre 10 milioni di euro (3,5 dei quali già recuperati). E’ il bilancio dell’operazione ad alto impatto “Emma 5” messa in campo anche quest’anno dalla Polizia postale e delle comunicazioni e dalle forze di polizia cyber di altri 24 Paesi europei con il coordinamento internazionale di Europol e Eurojust. Nel settore del contrasto al financial cybercrime, ricordano gli investigatori, il fenomeno dei “money mules” costituisce senz’altro “uno degli aspetti più allarmanti, diffuso a livello endemico in tutto il mondo”. Un ‘money mule’ è un soggetto che, consapevolmente (perché membro di un’organizzazione criminale, o perché in stato di bisogno) o inconsapevolmente (perché attratto da false offerte di lavoro pubblicate sul web) offre la propria identità per l’apertura di conti correnti, carte di credito ed altri strumenti di pagamento, sui quali vengono poi accreditate somme di denaro provento di attacchi informatici e finanziari ai danni di ignari cittadini. Ragguardevoli i numeri complessivi dell’operazione nei diversi Paesi: anche grazie al supporto di oltre 650 istituti bancari, di 17 associazioni bancarie e di altre istituzioni finanziarie, sono state individuate 7.520 transazioni bancarie fraudolente e sono state avviate oltre 1.000 indagini autonome, riuscendo a recuperare circa 13 milioni di euro provento delle frodi. Individuati 3.833 ‘muli’ e 386 tra organizzatori e coordinatori.
L’operazione ha previsto due fasi di intervento. Quella operativa ha avuto la durata di tre mesi, dai primi di settembre a fine novembre, e ha visto impegnate le polizie di Austria, Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Malta, Lussemburgo, Lituania, Olanda, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Svezia, Spagna, Slovacchia, Ungheria oltre a Moldavia, Norvegia, Svizzera, Regno Unito, Australia e Usa (Fbi e Secret Service), con il supporto della Federazione bancaria europea: nel mirino gruppi criminali di diverse nazionalità ed estrazione, accusati di cyber crimini finanziari ai danni di singoli cittadini, piccole e medie imprese ed importanti gruppi bancari e di intermediazione finanziaria. La seconda fase dell’operazione, che inizia oggi e che proseguirà nei prossimi giorni, prevede campagne di sensibilizzazione e prevenzione nei Paesi che hanno preso parte all’iniziativa, finalizzate a creare consapevolezza in chi favorisce, con la propria opera, il riciclaggio dei proventi di attività illecite come le frodi online o il phishing. L’iniziativa è stata resa possibile anche grazie alla fattiva collaborazione delle banche e degli istituti di credito italiani, che, attraverso CERTFin e Abi, hanno assicurato un supporto in tempo reale agli investigatori, grazie alla piattaforma per la condivisione delle informazioni denominata “OF2CEN”, realizzata dall’Italia proprio per prevenire e contrastare le aggressioni criminali ai servizi di home banking e monetica. In linea con la strategia europea, è  stato realizzato materiale video e grafico che sarà divulgato da ciascun Partner, bancario e non, attraverso i propri canali di comunicazione, per informare opportunamente la cittadinanza sui rischi della rete e sulla necessità di adottare ogni utile accorgimento per contrastare il fenomeno.


Articolo pubblicato il giorno 7 Dicembre 2019 - 08:52
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