Tutti in silenzio davanti al giudice. Hanno scelto di avversi della facoltà di non rispondere i quattro arrestati per la vicenda legata all’omicidio di Lucca Sacchi, ucciso con un colpo di pistola alla testa il 23 ottobre scorso a Roma. Sia gli indagati finiti in carcere nel corso della seconda tranche di inchiesta, Marcello De Propris e Giovanni Princi, che gli autori materiali della drammatica aggressione, Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, a Regina Coeli dal 25 ottobre, hanno deciso di restare muti. Del Grosso, nell’atto istruttorio durato pochi istanti, ha voluto fare una breve dichiarazione spontanea ribadendo che “non voleva uccidere nessuno” e che quella sera “era la prima volta che prendeva un’arma in mano”. Nessuna reazione e nessuna dichiarazione da parte di Princi, laureato in lingue e amico storico di Sacchi che, secondo gli inquirenti, quella sera aveva gestito la trattativa con i pusher di San Basilio. Il suo difensore lasciando il carcere ha affermato che Princi “è addolorato per la morte del suo amico a cui era molto legato. Per lui e’ stata una vicenda dolorosissima. So che anche i genitori di Giovanni sono sconvolti per quanto accaduto – aggiunge il penalista -. Il mio assistito e’ scosso, e’ alla sua prima esperienza detentiva, potete immaginare come sta”. L’attesa si sposta ora sull’interrogatorio di Anastasia, altra figura-chiave del filone di indagine relativo al tentativo di acquisto di 15 chilogrammi di sostanza stupefacente. La giovane baby sitter sarà ascoltata domani dal gip Costantino De Robbio a piazzale Clodio. Si tratta del primo confronto con gli inquirenti che puntano a chiarire in primo luogo la provenienza dei 70 mila euro che portava nello zaino e che secondo i pm sarebbero stati forniti da un “finanziatore”. Secondo l’accusa Anastasia e Princi hanno avuto un “ruolo centrale” nella trattativa con i pusher. In particolare sulla 25enne ucraina i pm scrivono che e’ “recente il suo inserimento nel mondo dei traffici criminosi come corriere”. Altro punto da chiarire e’ l’atteggiamento tenuto dalla fidanzata di Luca nelle ore e nei giorni successivi al fatto. Per i magistrati “e’ sorprendente la chiusura ad ogni collaborazione con gli organi investigativi per assicurare alla giustizia gli autori del delitto del fidanzato” ed e’ “chiara, predominante, la volontà di preservare le relazioni criminali acquisite nel mondo della droga con il quale non intende recidere i legami”. Legami che, forse, intercorrevano attraverso comunicazioni criptate grazie ad applicazioni specifiche come Signal. Un sistema che era in uso allo stesso Luca. Il fatto emerge da un verbale di un suo amico, Domenico Marino Munoz, che era presente la sera del 23 ottobre in via Bartoloni. “Alle ore 22,30 di quella sera – afferma l’amico ai carabinieri – ho ricevuto sul mio telefonino cellulare, tramite applicazione Signal, un messaggio da parte di Luca, il quale mi comunicava che era in compagnia della sua fidanzata Anastasia e che mi invitava a raggiungerlo per bere una birra al pub”. L’amico assicura, inoltre, che “Luca non gli ha mai mai raccontato di liti, timori o minacce ricevute da terze persone: mi ha sempre detto che andava tutto bene e che l’unica cosa a cui mirava era di organizzare una gara in moto su pista”. Nel verbale Munoz fa mettere nero su bianco che Sacchi pochi giorni prima della tragica morte “non sembrava affatto preoccupato: non mi risulta che Luca facesse uso di sostanze stupefacenti ne’ che frequentasse persone poco raccomandata”. Da parte sua, Tina, la madre di Luca, spiega che “Anastasia per me era come una figlia. Stavamo insieme e ci divertivamo. Facevamo sempre scherzi, Luca era cosi. Luca manca da morire. E’ sempre stato sereno fino a quella sera. Era tranquillo anche la sera che e’ uscito. Mi chiese ‘Mamma fammi i funghi chiodini tanto tra un po’ torno’. Poi ha detto ‘ciao ma’ e non l’ho piu’ visto”.”. Il padre Alfonso riferisce di aver detto al figlio: “stai attento a chi hai vicino. Non pensare che tutte le persone sono buone come te”. Ed aggiunge: “io credo che sia stato Princi a raggirare Anastasia”.
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