Napoli. “Rivendicare il diritto alla vivibilità, nonché al decoro ed alla decenza, che i cittadini del quartiere Vasto da anni chiedono a gran voce alle Istituzioni, non è da intendersi come esprimere l’appartenenza ad una corrente politica, ma come il legittimo dritto ad avere uno spazio urbano improntato ai dettami della convivenza civile, del decoro e della dignità”. E’ quanto sostiene Adelaide Dario, presidente del Comitato “Vasto Nolana Progetto Napoli” che è voluta intervenire a commento delle dichiarazioni del Sindaco di Napoli Luigi De Magistris, rilasciate durante l’inaugurazione di Piazza Garibaldi avvenuta venerdì scorso.
“Da anni il Vasto è assurto alle cronache cittadine in quanto teatro di episodi di violenza e criminalità che si consumano quasi quotidianamente tra i tanti immigrati che vivono in questo piccolo quartiere e convivono a fatica con i cittadini-sostiene la Dario- delle vie a ridosso della Stazione Garibaldi. Una zona, questa, che ha sempre accolto, e continua a farlo, migranti provenienti dal Senegal, dal Ghana, dal Mali, dalla Tunisia… con grande spirito di tolleranza ed abnegazione. Ma, pressati dai continui episodi di inciviltà da parte degli immigrati, i residenti da anni chiedono al Sindaco De Magistris ed alla sua Giunta interventi di ripristino dell’ordine, della vivibilità e del decoro, spesso stravolti in nome di un cattivo senso dell’accoglienza, che a Napoli ha visto coinvolte solo alcune zone della città, provocando disagi e continui scontri con i residenti, nonché gravi criticità talvolta anche igienico-sanitarie”.
La presidente poi ci tiene a precisare: “Quanto detto non è pura teoria, ma è suffragato dai dati pubblicati dalla Prefettura di Napoli riguardanti la dislocazione dei CAS, Centri di Accoglienza Straordinaria, sul territorio cittadino. Ebbene, al 24 settembre 2019, i CAS nel territorio del Comune di Napoli sono 16, di cui 6 a ridosso della Stazione Centrale; i migranti ospitati nei CAS nel territorio del Comune di Napoli sono 748, di cui 342 (e cioè il 45%) quelli ospitati nei CAS a ridosso della Stazione Centrale. Ovviamente, ai 345 richiedenti asilo nei CAS vanno poi sommati i migranti ospitati negli SPRAR/SIPROIMI (circa 100 persona in strutture ubicate in zona, su 132 posti disponibili a Napoli). E a questi vanno in ultimo sommati tutti gli irregolari che arrivano nella zona della Stazione perché qui hanno amici o parenti regolarizzati, e vi permangono in alloggi di fortuna e vivendo di espedienti.
Dati alla mano, dunque, stiamo parlando di una disomogenea distribuzione dei migranti nei vari quartieri di Napoli: ancora oggi troviamo che quasi la metà di quelli ospitati in città si trova in strutture a ridosso di Piazza Garibaldi; mentre in diversi quartieri non è stata individuata neppure una struttura di accoglienza. Di fatto, a partire dal 2016, i quartieri Mercato-Pendino e Vasto sono stati trasformati in veri e propri ghetti.
Negli ultimi 15 mesi c’è da dire che la situazione è leggermente migliorata rispetto al passato, ma dopo anni di rimostranze da parte dei residenti del Vasto con azioni anche eclatanti, ma mai violente, per rivendicare decoro, dignità e vivibilità.
Infatti, al giugno 2018, su 23 CAS aperti nel territorio del Comune di Napoli, quelli a ridosso della Stazione Centrale erano 13; il numero totale dei migranti ospitati nei CAS nel territorio del Comune di Napoli erano 1390, di cui 903 (65% del totale cittadino) quelli ospitati nei CAS a ridosso della Stazione”.
E quindi conclude Adelaide Dario: “Se così stanno le cose, come può il Sindaco parlare di azioni politicizzate riferendosi alla protesta pacifica messa in atto da una rappresentanza del Comitato del Quartiere Vasto-Pendino che il giorno dell’inaugurazione di Piazza Garibaldi chiedeva ai rappresentanti delle Istituzioni cittadine di non abbandonare il quartiere una volta conclusasi la passerella politica? Non deve essere forse il Sindaco l’interlocutore principale dei cittadini?
A lui, infatti, noi chiediamo, dati della Prefettura di Napoli alla mano, di provvedere ad una dislocazione più equa dei CAS sul territorio cittadino, coinvolgendo tutti i quartieri, dove siamo certi che i cittadini non aspettano altro che dimostrare il loro spirito di accoglienza verso i migranti che la città accoglie, ma che poi relega solo in alcune aree.
Parlare di accoglienza, tolleranza, Pace & Amore…, come nelle recenti manifestazioni di piazza si è sbandierato, senza poi confrontarsi con i problemi della convivenza civile vera e non virtuale, solo proclamata ma non attualizzata, è una cosa veramente ignobile. Si è buoni e si ama il prossimo quando questo è vicino a noi e non da lontano”.
Giorgio Kontovas
Articolo pubblicato il giorno 2 Dicembre 2019 - 17:35