Napoli “Alessandro era una brava persona e sopratutto un bravo ragazzo…Prima di inventare o di fare ipotesi accertatevi ke almeno ci sia un minimo di verità… Prima o poi la verità verità verrà fuori xké io nn mi fermerò fino a quando nn saprò ki è xké ha tolto la vita ad una persona come lui… Ti farò giustizia fosse l’ultima cosa ke faccio nella vita…”. E’ il post di Rossella Corvino, la compagna di Alessandro Napolitano, il giovane titolare, insieme con il fratello, del bar Azzurro, ucciso l’altra sera in via Cupa Capodichino a Miano. La ragazza chiede giustizia per il compagno, dal quale ha avuto due figli, ucciso sotto casa della mamma come un boss ma che non aveva alcun legame con la criminalità organizzata. In queste ore si stanno susseguendo gli interrogatori , da parte degli investigatori, di familiari e amici della vittima alla ricerca di tutti i possibili indizi che possano portare ad individuare mandanti ed esecutori dello spietato omicidio. Esclusa, al momento la pista di camorra, gli investigatori pensano a qualcosa di personale. Si parla di una lite con una persona legata alla malavita della zona di Secondigliano avuta nei giorni precedenti all’omicidio. Si è parlato di pista passionale: Alessandro da alcuni mesi si era allontanato dalla compagna e stava vivendo con la mamma. Forse la frequentazione con una nuova donna appartenente a un appartenente a un clan della zona avrebbe scatenato il desiderio di vendetta e quindi l’agguato in chiaro stile camorristico. Ma fino ad ora non ci sono riscontri concreti. Gli investigatori hanno anche preso visione dei filmati delle telecamere pubbliche e private nella zona alla ricerca di immagini utili e hanno setacciato il telefono di Alessandro. Il post di Alessandra Corvino è stato commentato da centinaia di persone che come lei chiedono giustizia e descrivono la vittima come “una brava persona” e “sempre disponibile e cordiale con tutti”.Le indagini continuano per accertare la verità.
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