Dall’Istituto comprensivo ‘Ristori’, nel rione di Forcella, parte il progetto promosso dal Comune di Napoli e da Abc (Acqua Bene Comune) per sensibilizzare i bambini e la citta’ tutta ad un uso consapevole dell’acqua e alla riduzione della plastica monouso nella quotidianita’. Il progetto ‘Un messaggio nella bottiglia’ vuole raccontare ai bambini, cosi’ che loro possano poi riportare quanto appreso alle proprie famiglie, che le risorse, a cominciare da quella idrica, non sono infinite e che ognuno deve fare la propria parte per preservare le citta’, il pianeta e la salute di tutti. Agli alunni della Ristori, e a seguire agli studenti di tantissime scuole della citta’, sono state distribuite da Abc borracce in acciaio da riempire a casa tutte le mattine con l’acqua del rubinetto cosi’ da non comprare acqua in bottiglie di plastica da portarsi a scuola o in ogni occasione in cui sono fuori casa. Il progetto prevede la distribuzione di circa 10mila borracce. ”Dal 2011 siamo l’unica citta’ in Italia ad avere l’acqua bene comune. Siamo orgogliosi di questo primato ma anche un po’ tristi ad essere i soli – ha detto il sindaco Luigi de Magistris – e oggi facciamo un ulteriore passo avanti verso il coinvolgimento di tutta la comunita’ sui beni comuni a cominciare dai piu’ piccoli perche’ da loro parta la lotta al consumismo senza regole, all’uso indiscriminato della plastica, all’idea che una bottiglia di plastica la si puo’ gettare in terra o in mare. I bambini ci possono aiutare a convincere gli adulti ad avere comportamenti virtuosi – ha aggiunto – perche’ se siamo arrivati a questo punto evidentemente e’ perche’ molti adulti hanno sbagliato, si sono resi complici, non hanno riflettuto”. Agli studenti napoletani, l’Abc chiede di scrivere dieci regole per un uso responsabile dell’acqua. ”Andremo nelle scuole della citta’ a spiegare che l’acqua che sgorga dai rubinetti di casa e’ la migliore che possano bere – ha sottolineato il commissario straordinario di Abc, Sergio D’Angelo – che e’ piu’ controllata delle acque minerali a cui ci hanno abituato e per le quali ogni famiglia spende circa 300 euro l’anno, soldi che potrebbero essere diversamente spesi. Bere l’acqua del rubinetto – ha concluso – significa non solo risparmio ma soprattutto contrasto alla plastica e pertanto vuol dire dare un contributo decisivo e significativo alla qualita’ e alla salvaguardia dell’ambiente”. Una qualita’, quella dell’acqua di Napoli, che e’ certificata – ha riferito D’Angelo – da 130mila controlli l’anno. Alla presentazione erano presenti anche gli assessori all’Istruzione e all’Ambiente, rispettivamente, Annamaria Palmieri e Raffaele Del Giudice
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