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Napoli, contro il Barcellona nulla da perdere: perché credere nella grande impresa

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Il 2019 non sarà ricordato benevolmente dai tifosi del Napoli. Nonostante il secondo posto strappato alla fine dello scorsa stagione, che sembrava certo già alla fine del girone d’andata ed è stato acquisito, invece, solo grazie alla striscia di vittorie ottenute a cavallo fra aprile e maggio, gli Azzurri chiudono al settimo posto nella classifica dell’anno solare. Un dato, più di altri, che testimonia come l’attuale trend negativo non sia frutto solo del momentaccio vissuto da ottobre sino ad oggi, ma abbia avuto origini lontane.

Si chiude un 2019 orribile: l’unica nota lieta arriva dall’Europa

L’unica nota lieta del 2019 è rappresentata dalla Champions League: dopo due eliminazioni nella fase a gironi, il Napoli è tornato nelle sedici regine d’Europa. L’obiettivo, tuttavia, era tutt’altro che insormontabile: al di là del Liverpool, fresco Campione del Mondo e vincitore del girone, le altre rivali del gruppo non erano certamente irresistibili, anche se il Salisburgo si è costruito una discreta nomea europea nell’ultimo quinquennio. Ma in un contesto ambientale come quello degli ultimi mesi di Castelvolturno, non era poi così scontato centrare l’obiettivo. Il sorriso dei tifosi partenopei, però, si è improvvisamente spento pochi giorni dopo aver ottenuto la qualificazione, a causa del sorteggio che ha consegnato il Barcellona gli uomini di Gattuso.

Sperare in una qualificazione ai quarti pare un esercizio di pura fantasia, assimilabile alle favole che ogni buon genitore racconta al proprio figlio prima che venga accolto nelle braccia di Morfeo. Neppure i più spericolati bookmakers, che sanno come vincere le schedine anche puntando su risultati imprevedibili, scommetterebbero un centesimo sui campani. Effettivamente, se Napoli e Barcellona

si affrontassero oggi, il risultato non potrebbe che essere uno solo: una doppia vittoria blaugrana, che consentirebbe ai catalani di volare, comodamente, ai quarti di finale. Ma in due mesi le cose possono cambiare. Anche radicalmente. Ne sanno qualcosa gli stessi tifosi partenopei: a metà settembre toccavano “il cielo con un dito” dopo aver battuto il Liverpool, mentre sessanta giorni dopo vivevano il triste siparietto inscenato da squadra, staff tecnico e società, condito da multe, ritiri rifiutati, accuse e dietrofront che neppure la grande scuola teatrale napoletana
avrebbe inscenato così tristemente bene.

Barcellona fortissimo, ma fragile caratterialmente

Il cambio della guida tecnica napoletana, però, potrebbe scompaginare le carte e rendere più complicato il lavoro di Valverde. Il tecnico dei blaugrana, infatti, ha mostrato, a più riprese, qualche lacuna nell’affrontare squadre mutevoli dal punto di vista tattico. E’ fuor di dubbio che l’avvento di Gattuso dovrebbe rendere meno prevedibile il Napoli nella fase di costruzione: dal palleggio – talvolta sterile – della gestione Ancelotti, si dovrebbe passare ad un gioco più verticale, che possa esaltare le caratteristiche tecniche di alcuni giocatori come Insigne e Lozano. Ed è proprio il messicano quel giocatore che, teoricamente, potrebbe mettere in difficoltà la retroguardia blaugrana, grazie alla velocità abbinata all’ottima tecnica di base di cui dispone.

Il Barcellona di Valverde, inoltre, è una squadra che ha palesato evidenti crepe dal punto di vista psicologico, specie quando parte nettamente favorito. Dei cali di tensione evidenti che si sono palesati, con una forza deflagrante, nelle ultime due edizioni della Champions League: le eliminazioni patite contro Roma, dopo aver vinto la gara d’andata 4-1, e Liverpool, demolito con un netto 3-0 nel primo atto, ne sono la più fulgida testimonianza.

Se il Barcellona si presenterà al San Paolo con un atteggiamento supponente, ipotesi certamente non peregrina, il Napoli ne potrebbe approfittare e realizzare la grande impresa, magari aiutato da un Messi intimorito dal dover giocare nel regno del più grande giocatore della storia del calcio, alla quale è stato costantemente paragonato: Diego Armando Maradona. Tutto, però, passa inevitabilmente dalla crescita tecnico-tattica di Insigne&C. Al peggio, si suol dire, non c’è mai limite. Ma che il Napoli, data la situazione attuale, non può far altro che migliorare. E giocarsi le proprie carte, senza nulla da perdere, contro i catalani, che avranno l’obbligo di dover passare il turno: saranno in grado di reggere la pressione?


Articolo pubblicato il giorno 29 Dicembre 2019 - 10:39
Redazione

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