I misteri di Napoli non finiscono mai di stupirci. Dopo averci sorpreso con la vicenda del Munaciello, immerso in atmosfere horror con la storia segreta dei Girolamini, ed averci fatto conoscere la misteriosa fanciulla di Capodichino, LEGGENDE NAPOLETANE, della casa editrice Phoenix Publishing, torna con un secondo straordinario volume a fumetto, dove incontreremo la Strega di Port’Alba, ci addentreremo tra le mura dell’affascinante Palazzo Penne, esploreremo l’oscuro Palazzo Donn’Anna, le cui finestre celano segreti sepolti nei secoli.
Il volume sarà presentato a Napoli venerdì il 20 dicembre 2019 ore 18,45 alla Libreria IOCISTO in via Domenico Cimarosa 20 (piazza Fuga) a Napoli. A parlarne con gli autori Emanuele Pellecchia, Francesco Saverio Tisi e Gianluca Testaverde (che, insieme a Luigi Iannelli e Alessio Monaco, ha curato le illustrazioni), ci saranno gli scrittori Luciano Galassi e Luigi Bartalini, moderati dal giornalista Marco Perillo.
“Ci sono storie che vale la pena di raccontare più volte. Di bocca in bocca, in modi e forme diversi, affinché non siano dimenticate. Le storie, le tradizioni, soprattutto a Napoli e in Campania, sono tutto quel che abbiamo. Sono un tesoro sepolto capace di meravigliarci sempre, sono il sale per suscitare l’interesse per la nostra terra. E sono capaci di elevarci dalle miserie del presente, di farci sognare, di portarci altrove e di parlarci delle vicende ancestrali dell’essere umano. La lotta tra il bene e il male su tutte, sempre viva e inestirpabile, sebbene l’asfittico oggi sembrerebbe farci pensare il contrario. Ecco perché le leggende napoletane non sono soltanto storielle locali, di quelle che si raccontano ai bambini o quelle che si tramandano in una notte di Halloween intorno al fuoco per non far dormire la notte. Sono storie che ci riportano a un livello più alto, a una ricerca di senso, e ci parlano di un passato ricco e glorioso che non vuole tramontare”, spiega Marco Perillo nella prefazione al volume.
“Per rievocare queste ataviche vicende ci sono loro, i luoghi, veri e propri baluardi del tempo, le cui pietre sono depositarie di memorie. Il primo di questi è Port’Alba, dove si svolge la storia di Maria, la temuta strega dai capelli rossi, che farà una fine orribile e il cui anatema riecheggerà fino ai giorni nostri. Poi c’è il vetusto Palazzo Penne, gioiello del tardo medioevo appartenuto ad Antonio Penne, gran siniscalco del re Ladislao di Durazzo, costruito, secondo la leggenda, grazie all’aiuto del diavolo, poiché il suo proprietario voleva sorprendere la donna che amava. Amore e morte sono il motivo che ci riporta all’ultimo luogo di questo volume – e quindi all’ultima storia. Palazzo Donn’Anna è una dimora sontuosa mai ultimata lì sul mare di Posillipo. Palazzo della Sirena in origine, fu teatro della gelosia cieca della viceregina di Napoli donn’Anna Carafa della Stadera, principessa di Stigliano, capace di far sparire la nipote Mercedes Las Torres, rea di aver recitato con troppa passione, nel teatrino del palazzo, il ruolo di una schiava innamorata del suo padrone, interpretato da Gaetano di Casapesenna, giovane di rara bellezza finito nelle mire di donn’Anna. Il rumore del mare che si infrange sugli scogli sottostanti il palazzo tramanda ancora narrazioni di fantasmi, di amanti ammazzati senza pietà, di trabocchetti e di astuzie nere che forse rimandano a un’altra donna protagonista di leggende terribili, la medievale Giovanna I d’Angiò”.
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