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‘Le spose’, progetto di Mario Gelardi in scena al Duel Club l’8 e il 15 dicembre

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Il Nuovo Teatro Sanità, dopo le esperienze di teatro site-specific, prima nelle camere d’albergo del Grand Hotel Parker’s e poi nei bassi del rione Sanità, dà vita ad un nuovo entusiasmante esperimento di teatro fuori dal teatro dal titolo T-Club, che ripensa gli spettacoli ambientandoli in discoteca, con la direzione artistica di Riccardo Ciccarelli. Il progetto nasce in sinergia con il Duel Club, dove l’8 dicembre ore 19 si parte con “Le spose”, un progetto di Mario Gelardi, con Arianna Cozzi, Sara Esposito, Enrico Pacini, Marcella Spina, Beatrice Vento, per la regia di Riccardo Ciccarelli e Gennaro Maresca (replica 15 dicembre). Quattro autrici under 40, Elvira Buonocore, Margherita Ortolani, Marta Polidoro e Auretta Sterrantino, riscrivono quattro testi ispirandosi alle spose di Shakespeare: l’idea nasce da quattro abiti nuziali abbandonati nella costumeria del ntS’. Le spose Ofelia, Lady Macbeth, Desdemona, Lavinia, madri, amanti, sorelle, regine, fate, streghe, rivendicano un ultimo alito di parola, una vita che non sia in funzione del loro uomo ed è nel regno della libertà — la discoteca — che trovano il coraggio di ricongiungersi a se stesse. Per info e prenotazioni al 3396666426; i biglietti sono acquistabili al link https://www.go2.it/evento/le_spose/4323. Costo: 15 euro comprensivo di consumazione al bar.
“Tre giovani autrici — racconta Mario Gelardi — e un intruso hanno deciso di far vivere quegli abiti, di farli indossare a quattro personaggi di Shakespeare: Lady Macbeth, Ofelia, Desdemona, Lavinia. Quattro donne di un tempo passato, ma anche quattro donne dei giorni nostri, che parlano la nostra lingua, magari il nostro dialetto e che raccontano la propria storia: il proprio matrimonio. Ma le nozze non posso celebrarsi se, prima o poi, non arriva uno sposo, un giovane uomo che incarna tanti protagonisti di Shakespeare e che gioca con le donne così come solo Falstaff sapeva fare”.
Così gli abiti, all’apparenza mai usati, trovano un’altra sorte ripensati da giovani costumiste, in modo che ognuno di loro possa fare il suo ingresso trionfale. “In scena le donne di Shakespeare si appropriano di uno spazio, quello del racconto, in cui hanno la possibilità di rivendicare la propria identità – spiegano i due registi. La resurrezione e rivalsa di questi corpi rigorosamente in abito nuziale, in bilico tra un gioco in uno spazio elisabettiano e il silenzio di una navata che punta all’altare trova una nuova arena in cui è rappresentata l’esaltazione del sì, lo voglio, che in discoteca diventa: ti voglio”.
Il progetto T-Club continua il 14 e 23 febbraio con “Smiley – Una storia d’amore”, il divertente e brillante testo di Guillem Clua, giovane autore spagnolo, già tradotto e rappresentato in Spagna, Cile, Grecia, Germania e a Cipro e censurato al XXI Festival del teatro dell’università Cattolica di Concepcion in Cile. Il testo è interpretato da Simone Borrelli e Riccardo Ciccarelli, diretti da Rosario Sparno. Smiley è una faccina sorridente ed è anche il titolo di questa classica commedia romantica, in cui si ritrovano lui, lui e l’altro, cioè Grindr, una applicazione mobile per incontri gay e bisessuali: “Chatta e incontra uomini sexy, attraenti e interessanti, gratuitamente”. Questo è quello che promette “l’altro”, Grindr: incontri veloci, appaganti, senza troppi noiosi preamboli; file interminabili di pretendenti da scegliere comodamente da casa, per poi realizzare un incontro dal vivo: e quale luogo migliore di una discoteca per ritrovarsi finalmente faccia a faccia?


Articolo pubblicato il giorno 4 Dicembre 2019 - 12:10
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