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ILIAD accusata di pubblicità Ingannevole

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Stavolta è Iliad ad essere coinvolta in un nuovo caso di pubblicità ingannevole con la sua ultima campagna, che verte su queste tre frasi chiave:

PUBBLICITA
  • “Quando scopri la verità non vedi altro”
  • “50 Giga. Minuti e SMS illimitati a 7,99€ al mese. Per sempre. Per davvero.”
  • “Il 98 per cento degli utenti è soddisfatto. Iliad. La Rivoluzione.” [riferimento al sondaggio BVA-DOXA di cui abbiamo parlato qualche giorno fa]

L’IAP, ovvero l’Istituto per l’Autodisciplina Pubblicitaria, per ora si è limitata a dire che i claim violano gli articoli 2 e 14 del Codice di autodisciplina, senza addentrarsi ulteriormente nei dettagli, ma ha ordinato la cessazione immediata della campagna. Più precisamente, l’Articolo 2 del Codice regolamenta la “Comunicazione commerciale ingannevole”, mentre l’Articolo 14 definisce i limiti per la “Denigrazione” dei concorrenti.

Iliad dice che aspetta di leggere i dettagli completi della sentenza, e precisa che la segnalazione all’IAP è stata fatta da “un operatore concorrente” senza specificare ulteriormente, ma nella documentazione ufficiale della denuncia è scritto chiaramente che si tratta di Wind Tre. In ogni caso, l’operatore ma ribadisce il proprio impegno alla trasparenza nei confronti dei clienti. Riportiamo la dichiarazione integrale:

In attesa di conoscere le motivazioni della pronuncia IAP nella sua interezza, e rispetto al procedimento avviato da un competitor in merito alla nostra campagna pubblicitaria: questa pronuncia ci coglie di sorpresa in quanto adottiamo da sempre la linea della trasparenza ad ogni livello verso i nostri utenti con una comunicazione caratterizzata da toni ironici e scanzonati.Coglieremo questa occasione per chiarire ulteriormente ai nostri utenti che agiamo in totale trasparenza, nonostante le numerose azioni che i competitor mettono in atto fin dal nostro arrivo.

Come dicevamo in apertura, non è la prima volta che il giovane operatore viene accusato per comportamenti analoghi: nell’estate del 2018 era stato trovato colpevole per non aver reclamizzato con sufficiente chiarezza limiti e soglie in roaming, oltre ad essere stato un po’ troppo vago sulla questione del 4G+.


Articolo pubblicato il giorno 9 Dicembre 2019 - 15:33


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