Quando gioca, chiede agli amici di interpretare il patrigno e il fratello morto. Fa riaffiorare le violenze subite anche quando parla con gli adulti di cui si fida. Quando guarda oggetti di uso comune, che però veniva usati per picchiarla, come un mestolo di legno e una schiumarola di ferro, ricorda. Sono particolari resi dallo psicoterapeuta della casa famiglia dove la 12enne sorella di Giuseppe, il bimbo di 7 anni ucciso a bastonate a Cardito dal patrigno lo scorso 7 gennaio, è assistita e curata. La testimonianza nel processo in cui è imputato Toni Essobti Brade, il patrigno non solo accusato di aver ucciso il bambino ma di aver tentato di fare la stessa cosa con la sorellina. Il medico è stato chiamato a testimoniare davanti alla terza Corte di Assise e ricorda, sollecitato dal pm e dalla parte civile, di quando a uno degli educatori, prima di addormentarsi, la bimba ha raccontato le raccapriccianti scene. “Mi ricordo le botte che dava a Giuseppe, così tante che poi sembrava morto… ma adesso non ci voglio più pensare. L’altra mia sorella (più piccola di Giuseppe e anche lei in casa famiglia, ndr) ha paura di farsi lo shampoo perché Toni tentava di affogarla”, ha raccontato la piccola.
Sono violenze che riaffiorano quando gioca con gli amichetti, quando parla con gli adulti di cui si fida, quando il suo sguardo incrocia un utensile da cucina, come la schiumarola, usato per picchiare lei e suo fratello. Lo psicoterapeuta della casa famiglia dove le due bimbe hanno trovato conforto dopo la tragedia dello scorso 27 gennaio ha anche parlato di un altro episodio, avvenuto lo scorso 9 marzo, mentre i bimbi della casa famiglia (otto in tutto) stavano giocando. La bambina e i suoi amichetti stanno facendo un gioco di ruolo. E’ lei ad assegnare i personaggi e quindi chiede a uno dei maschietti di interpretare il patrigno e a una compagnetta di fare il fratellino morto: “Adesso Toni è arrabbiato – dice il medico riferendo le sue parole – perché ha mal di testa e picchia Giuseppe”. L’educatrice che li sta controllando si accorge della macabra rappresentazione e per distogliere i bimbi chiede loro di cambiare gioco. In un altro episodio la bimba bisticcia con un amichetto il quale, preso dalla rabbia, le grida: “Ti uccido”. Raggelante è la risposta della piccola: “Tanto ci ha già provato Toni”. Le violenze vengono fuori dall’inconscio della piccola anche quando vede una schiumarola in cucina (“Toni la prendeva per picchiarci”). Sul banco dei testimoni oggi si sono avvicendati oggi anche tre maestre e un conoscente dell’imputato.
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