Arrivò per sostituire Maurizio Sarri, che tutti i tifosi del Napoli adoravano. Era la carta vincente di De Laurentiis, l’uomo che avrebbe potuto far fare il salto decisivo verso i trofei. Non è andata così. Carlo Ancelotti lascia la panchina del Napoli a Rino Gattuso (ma la decisione non è ancora ufficiale) dopo 18 mesi, dopo il 4-0 al Genk che porta gli azzurri per la terza volta nella storia agli ottavi di Champions League. Ma lascia anche al settimo posto in classifica in campionato, a pari punti col Parma, a 17 punti dalla capolista Inter e a 15 dalla Juventus. Un disastro condizionato anche da uno spogliatoio ribelle, che Ancelotti non è riuscito a far rigare diritto, ostaggio dei senatori che giocano ormai in azzurro da anni e vivono la frustrazione degli “zero tituli”: Allan, Callejon, Mertens, Insigne, Koulibaly. Stelle che il tecnico azzurro non è riuscito però a far brillare pienamente e che hanno firmato una profonda spaccatura con il club nella notte dell’ammutinamento al ritiro. Ora ci si interroga anche che fine faranno le multe che il club aveva deciso di comminare ai giocatori, tutti ‘ribelli’: a questo proposito nulla è stato per ora chiarito dopo la decisione di esonerare il tecnico. Eppure la delusione per l’addio di Sarri era stata subito spazzata via dall’arrivo di Ancelotti, con il tir di coppe e campionati vinti in giro per l’Europa. Carletto aveva preso il Napoli rispettando l’ossatura di Sarri, cambiandola pian piano secondo i suoi disegni e arrivando dal 433 al 442, prendendosi un pò con Insigne, che gli aveva detto di voler fare l’esterno sinistro, scommettendo ancora su Mertens punta, che gli dava ragione. Il sogno dell’inseguimento alla Juventus finì però presto, mentre il Napoli diceva addio alla Champions in un girone invero di ferro con Liverpool e Psg. Il resto della stagione era scivolata via nella convinzione che Ancelotti avrebbe dato l’attacco al trono del campionato nella sua seconda stagione, ma le cose sono precipitate velocemente, con l’unica grande emozione della vittoria sul Liverpool in Champions League al San Paolo. Poi i pareggi, gli infortuni, la ribellione, l’ashtag “ancelottiout” sui social, la decisione di chiudere. Per Ancelotti il ritorno in Italia diventa un flop, e la strada sembra portarlo di nuovo in Inghilterra, verso l’Arsenal.
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