Dopo mesi di slittamenti e rinvii sono finalmente aperte le candidature per il bando “Resto al Sud” anche per i professionisti.
Lo stanziamento previsto era di 1,25 miliardi di euro, un tesoretto rimasto quasi intatto e destinato a supportare i contributi a fondo perduto ed i finanziamenti bancari. I soggetti individuali possono ottenere fino a 50.000 euro, mentre le società tra professionisti fino a 200.000 euro.
Il bando è destinato a tre tipologie di lavoratori autonomi: professionisti iscritti ad un ordine, professionisti ex legge 4/2013 (persone prive di partita Iva al momento della domanda che però devono provvedere a colmare questa lacuna entro 60 giorni) e società di professionisti.
Possono accedere ai finanziamenti tutte quelle persone con un’età compresa tra i 18 ed i 45 anni. Inoltre è opportuno sottolineare che, in seguito ai diversi rinvii, possono presentare la domanda anche quelle persone che alla data del 1° gennaio 2019 non avevano ancora compiuto i 46 anni.
Il bando “Resto al Sud” è destinato unicamente alle regioni meridionali e quindi Sicilia, Sardegna, Puglia, Molise, Campania, Calabria, Basilicata ed Abruzzo.
I professionisti della Campania che vogliono accedere ai finanziamenti del bando Resto al Sud possono trovare utili consigli per intraprendere l’iter burocratico sui portali di riferimento come Contributi PMI, che annovera un team di esperti che fornisce supporto ad imprenditori e piccole società per la presentazione della domanda.
La richiesta di accesso al finanziamento va presentata sul sito di Invitalia completando per intero il form. Se dovessero essere omesse delle parti o riportate informazioni sbagliate la domanda sarà respinta, perciò è fondamentale avvalersi della collaborazione di un personale esperto e competente per evitare errori.
Con il Dl 123/2019 possono accedere alle agevolazioni fiscali anche le regioni che rientrano nell’area del cratere sismico del Centro Italia e quindi Lazio, Umbria e Marche.
Restano esclusi dal bando “Resto al Sud” i lavoratori che operano nel settore dell’agricoltura e del commercio. Non possono inoltre accedere ai finanziamenti i professionisti con un contratto di lavoro a tempo indeterminato presso un altro soggetto, né tanto meno i professionisti non iscritti ad alcun ordine. Divieto di accesso al bando anche per le società tra professionisti che hanno già beneficiato di aiuti statali per l’auto-imprenditoria.
Diversificazione delle attività è la parola d’ordine da tenere a mente per avere maggiori possibilità di accesso ai finanziamenti. Il bando infatti esclude a priori i professionisti che nei 12 mesi precedenti la domanda siano già stati titolari di una partita Iva per un’attività simile a quella proposta.
Il bando risulta particolarmente appetibile per le società tra professionisti che possono puntare sull’avvio di studi multidisciplinari per avere maggiori possibilità di essere ammesse al finanziamento.
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