“Siamo alla vigilia di una catastrofe”, secondo la senatrice leghista Giulia Bongiorno intervistata da La Stampa sulla riforma della prescrizione. “Chiunque frequenti i tribunali, sa che le udienze vengono fissate in ragione del tempo che manca alla prescrizione. La prescrizione è una sorta di ghigliottina di fronte alla quale il sistema accelera. Nel momento stesso in cui la ghigliottina sparirà, inevitabilmente il sistema della giustizia si paralizzerà. Di una riforma della prescrizione si può pure parlare, allora, ma prima occorre velocizzare i tempi dei processi”. “Aveva promesso una riforma, ma finora Bonafede non è riuscito ascrivere una proposta seria per accelerare i processi. E siccome ora i Cinque Stelle sono in ansia da consenso, inseguono la vulgata che la prescrizione sia una forma di ingiustizia. Invece no, non è così. Direi che è il momento di essere un po’ responsabili”. “Non vorrei che per tagliare i tempi, i Cinque Stelle pensassero di amputare pezzi di processo. Dico subito che le garanzie non si toccano. Se Bonafede pensa di eliminare un grado di giudizio, sappia che troverà il nostro no più deciso – prosegue l’ex ministra – Non vorrei mai che in Italia si sostituisse il principio di non colpevolezza con quello dell’infallibilità dei giudici. Eppure si possono eliminare le lungaggini tra un grado e l’altro; è soprattutto un problema organizzativo. Alla giustizia occorre infatti un massiccio investimento in personale: servono più cancellieri, più magistrati, e anche manager per far funzionare i tribunali. Eliminare i tempi morti dev’essere il punto di partenza”. E sull’intervento Pd nella riforma aggiunge: “Conoscendo il Pd e avendo presente il lavoro svolto da Andrea Orlando alla Giustizia, che sono lievemente prevenuta. Orlando è stato il ministro dei pannicelli caldi. Perciò mi aspetto l’ennesima soluzione-tampone, non qualcosa di risolutivo. Ormai serve una reale svolta”.
Articolo pubblicato il giorno 5 Dicembre 2019 - 06:45