Truffa aggravata agli anziani con il “finto carabiniere”, cinque arresti finiti nella rete dell’Operazione Condor. Hanno commesso 23 raggiri. Si tratta di personaggi che agivano sotto il controllo del clan Contini. Questa mattina cinque persone sono state arrestate tra le province di Milano, Parma e Salerno, per associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffa aggravata in danno di persone anziane. I militari del Comando Provinciale di Milano, con la collaborazione dei reparti territorialmente competenti, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del tribunale di Milano su richiesta della Procura della Repubblica. Si tratta di cinque italiani: uno era libero, due erano in carcere a Parma e Eboli, uno era un sorvegliato speciale con obbligo di firma e l’altro era affidato in prova ai servizi sociali.
L’indagine avviata nel maggio 2017 ha consentito di individuare un gruppo criminale specializzato nelle truffe agli anziani, operante nel nord Italia, con base operativa in provincia di Milano e strettamente collegato, anche per vincoli parentali, ai vertici della macro associazione dell’operazione “Condor”. Questo gruppo criminale, infatti, spesso portava i monili in oro sottratti a Napoli, dove poi li cedeva sfruttando i consolidati circuiti criminali evidenziati con l’operazione Condor.
Il “finto carabiniere”
All’interno della banda, i compiti erano rigidamente suddivisi tra i ruoli. C’era il capo dell’organizzazione, che reclutava i telefonisti, istruendoli sulle modalità operative, portando ogni settimana i preziosi provento dei delitti di truffa a Napoli per monetizzarli. C’erano due telefonisti, che contattavano telefonicamente le vittime, fingendosi un avvocato o un appartenente alle forze dell’ordine, riferendo che un parente stretto della vittima si trovava in stato di fermo perché coinvolto in sinistro stradale, spiegando che era necessario il pagamento di una somma di denaro in contanti o la consegna di gioielli per la sua liberazione. C’erano due operativi, che si recavano presso le abitazioni delle vittime, in accordo con il telefonista, presentandosi quale persona inviata dal legale o dal maresciallo, e prelevando materialmente il denaro e/o i preziosi. C’era un tesoriere (indagato in stato di libertà e che risponde solo di associazione per delinquere), che custodiva i profitti dell’attività delittuosa presso la propria abitazione, che metteva talvolta a disposizione del telefonista per effettuare le chiamate alle vittime.
Le truffe
Avrebbero commesso insieme almeno 23 episodi di truffa (di cui 18 consumate/tentate a Milano e 5 a Torino) per un controvalore approssimativo di 260mila euro. L’indagine si è avvalsa altresì delle dichiarazioni rese da un ulteriore indagato, a suo tempo arrestato dal Nucleo Investigativo di Milano per altri reati connessi e già condannato in un procedimento stralcio a 1 anno e 6 mesi.
Tra i destinatari dell’ordinanza c’e’ il 47enne Ciro Diana (a cui è stata notificata in carcere dove si trova per un’altra vicenda), ritenuto “il capo dell’ organizzazione” per il suo ruolo di reclutatore dei “telefonisti” e padre del 23enne Michele Diana, già condannato in primo grado a 7 anni e arrestato la scorsa notte mentre lavorava in un’azienda di logistica di Tavazzano in provincia di Milano. A quest’ultimo viene contestato, tra gli altri, il colpo consumato il 24 novembre 2016 ai danni di un’anziana di 82 anni che gli aveva consegnato personalmente 50mila euro in contanti per saldare la presunta cauzione necessaria per liberare il figlio che sarebbe stato autore di un incidente stradale. Lo stesso giorno il 23enne, su indicazione dei complici telefonisti che avevano già provveduto a raggirare un’altra donna di 87 anni, è passato a prendere monili in oro per un peso di un chilo e 800 grammi. L’indagine coordinata dai pm Giancarla Serafini e Lucia Minutella, sotto la direzione del procuratore aggiunto Eugenio Fusco, e’ l’ultimo tassello di una grande operazione di contrasto alle truffe agli anziani. Un’attività intensa con i carabinieri di Milano che negli ultimi tre anni ha portato a 14 provvedimenti cautelari destinati a 25 persone, responsabili di 129 episodi di questo tipo.
Articolo pubblicato il giorno 18 Novembre 2019 - 11:23