Olindo Romano, classe 1962, originario di Albaredo per San Marco in Provincia di Sondrio, attualmente in regime di detenzione carceraria per la strage di Erba, si è rivolto all’Associazione Giustitalia per segnalare l’ennesimo caso di ritrovamento di un Buono Ordinario del tesoro (Bot) di duemila lire chiedendo di incassare la somma maturata.
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Molti anni fa, e precisamente il 17 ottobre 2006, mentre sistemava il mobilio nella casa di proprietà paterna nella Provincia di Taranto, insieme alla moglie, rinveniva fortuitamente, un vecchio BOT (presuntivamente appartenuto al padre stesso, oggi defunto) emesso in data 1 luglio 1948, del valore nominale di lire 2000 (duemila).
Il titolo, del quale lo stesso non aveva mai avuto contezza, è stato stimato da un nostro consulente che ha valutato un rimborso, con il favore degli interessi legali, della rivalutazione e della capitalizzazione, dalla data di emissione a quella del ritrovamento, di una cifra pari a circa 53.200,00 euro.
L’uomo aveva conferito mandato alla nostra Associazione per agire al fine del recupero della somma presso la Banca d’Italia ed il Ministero delle Finanze obbligati in solido ad “onorare”tutti i debiti esistenti anche prima dell’avvento della Repubblica Italiana.
I due Enti, infatti, rispondono in solido non solo dei Titoli di Stato emessi durante la vigenza della Repubblica Italiana, ma anche durante la vigenza del Regno d’Italia.
A seguito dell’inottemperanza degli Enti preposti nel rimborsare la somma dovuta, nonostante i solleciti, l’Associazione Giustitalia, ha presentato in nome e per conto del suo associato, un decreto ingiuntivo contro la Banca d’Italia innanzi al Giudice di Pace di Taranto (competente per territorio quale luogo del ritrovamento del titolo di credito).
Solo per offrire qualche dato statistico : In Italia ci sono circa 10 milioni di Titoli di Credito “Antichi” (tra buoni postali, libretti bancari, Bot, ecc. non riscossi ed ancora riscuotibili) e, purtroppo, c’è molta disinformazione anche da parte degli Enti preposti al pagamento.
Ecco un breve vademecum per il risparmiatore :
Sì, è possibile, per il titolare o per i suoi eredi, richiedere il rimborso, maggiorato degli interessi oltre alla rivalutazione monetaria, a condizione che non sia decorso il termine prescrizionale di 10 anni. Tale termine decorre non necessarimente dalla data di emissione del titolo ma da quando il soggetto titolare è in grado di far valere il proprio diritto. In particolare, anche se il titolo è stato emesso oltre 10 anni fa, ma il soggetto interessato lo ha “ritrovato” solo recentemente (ovvero negli ultimi 10 anni) può agire per il rimborso dello stesso e la prescrizione inizierà a decorrere dal momento del ritrovamento.
E’ questa una domanda alla quale non è possibile dare una risposta univoca senza l’ausilio di un consulente contabile esperto che proceda alla valutazione del singolo titolo in relazione all’anno di emissione, al tasso previsto per quel tipo di titolo, al succedersi delle leggi nel tempo, ai periodi di valutazione e svalutazione monetaria, all’introduzione della moneta unica europea ed ad altrettanti ulteriori coefficienti. In linea di principio, si può avere un’indicazione di massima del valore attuale del proprio titolo considerando il potere di acquisto che aveva la lira all’epoca di emissione del predetto titolo. In altri termini, sempre in linea generale, il titolare o l’erede avrebbe diritto ad ottenere oggi l’equivalente di quella somma di denaro, tradotta in euro, che all’epoca di emissione del titolo gli avrebbe consentito l’acquisto di un determinato bene. Per esempio, se negli anni 40 con 1.000 lire si acquistava fondo agricolo, oggi con la somma rivalutata e ricapitalizzata si avrebbe diritto ad ottenere una somma di denaro in euro che consenta l’acquisto di un terreno dello stesso tipo.
No, è sufficiente la partecipazione anche di un solo coerede o contitolare che riscuoterà l’intera somma salvo poi eventualmente conguagliare gli altri eredi o titolari.
Nei moduli informativi che invia l’Associazione viene specificato di indicare una persona (anche un familiare) che sia a conoscenza del luogo e del periodo del ritrovamento del titolo. Tale nominativo, unitamente alla circostanza di tempo e di luogo del ritrovamento, dovrà essere indicata per iscritto all’Associazione attraverso apposita dichiarazione da allegare alla documentazione richiesta.
Innanzitutto si precisa che in linea generale tutti i titoli possono essere riscossi, anche quelli emessi sotto la vigenza del Regno d’Italia.
Tra i più “frequenti” dei quali ci occupiamo ricordiamo, oltre i classici libretti di risparmio bancari e postali, i buoni fruttiferi postali, i certificati di debito pubblico del Regno d’Italia, i certificati di debito pubblico dello Stato Italiano, i prestiti redimibili ecc.
Sì, è possibile chiedere il rimborso anche di libretti di risparmio bancari emessi da banche non più esistenti inoltrando la richiesta alla Banca d’Italia in quanto garante delle obbiligazioni degli Istittuti di Credito.
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