Sono proseguite per tutta la giornata le ricerche di sopravvissuti sotto le macerie dei palazzi crollati in Albania a causa del Terremoto che ha colpito il Paese, il più potente da decenni. Nell’ultimo bilancio, le autorità hanno contato almeno 20 persone morte, tra cui una bambina, e circa altre 600 ferite, soprattutto nelle città di Durazzo e Thumane, a nord di Tirana. Il sisma di magnitudo 6.4 ha colpito nella notte tra lunedì e martedì, prima dell’alba, alle 3.54. L’epicentro è stato registrato a 34 chilometri a nordovest della capitale Tirana, secondo il centro sismologico europeo-mediterraneo, e la scossa è stata poi seguita da varie altre di assestamento, tra cui una di potenza 5.3. Il Terremoto più potente dal 1926, lo ha definito il sismologo Rrapo Ormeni. L’Albania è nota per la sua pianificazione urbanistica caotica e sregolata, soprattutto nelle località turistiche costiere, dove le costruzioni abusive sono diffuse.Circa 300 soldati e 1.900 agenti di polizia sono stati inviati a Durazzo e Thumane per i soccorsi, mentre squadre di supporto sono arrivate da Italia, Grecia e Romania. L’attività del personale d’emergenza si è concentrata sui condomini crollati, da cui almeno 42 persone sono state portate in salvo. A Kurbin un uomo è morto dopo essere saltato, preso dal panico, già da una finestra dell’edificio in cui viveva. Un altro è morto in un incidente d’auto, dopo che nella strada che stava percorrendo si sono aperte delle voragini. A Thumane, per ore i familiari di alcune persone irreperibili hanno urlato i nomi di coloro che i soccorritori cercavano d’individuare. Alle lacrime di gioia per il ritrovamento di persone in vita si univano la disperazione di non vedere ritrovare i propri cari, così come le urla per la paura alle nuove scosse di assestamento. Il Terremoto è stato percepito in una vasta zona dei Balcani, da Sarajevo in Bosnia alla città serba di Novi Sad, a oltre 700 chilometri di distanza. I Balcani sono zona soggetta ad attività sismica, e le scosse sono frequenti. La penisola si trova sulla faglia tra due placche tettoniche, quelle africana ed euroasiatica. Anche i movimenti della piccola microplacca adriatica producono terremoti, secondo l’istituto sismologico croato. Il più devastante sisma della storia recente nella regione balcanica colpì la Macedonia del Nord nel luglio 1963: mille persone morirono e l’80% di Skopje fu distrutta.
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